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Premierato, il Senato approva l'art. 5 con l'elezione diretta del presidente del Consiglio

Protesta in Aula, cartelli la scritta 'Parlamento con bavaglio'. Le opposizioni incalzano: 'Come sarà eletto il premier?'

Premierato: cartelli in Aula Senato, seduta sospesa

Redazione Ansa

Il Senato ha approvato l'articolo 5 del ddl sul premierato, il cuore del provvedimento, che introduce il principio dell'elezione diretta del Presidente del Consiglio. A favore hanno votato i gruppi di maggioranza, mentre le opposizioni hanno abbandonato l'aula per protesta.

Il testo non dice come verrà eletto il Presidente del Consiglio rinviando ad una successiva legge ordinaria, punto criticato dalle opposizioni. Il voto finale sul provvedimento sarà il 18 giugno.

Approvato il sesto degli otto articoli del ddl sul premierato elettivo. L'articolo riguarda il Senato che, secondo la Costituzione, viene eletto "su base regionale", il ddl Casellati aggiunge le parole "salvo il premio su base nazionale previsto dall'articolo 92". Infatti il precedente articolo 5 del ddl Casellati ha inserito nell'articolo 92 della Carta la previsione di un premio di maggioranza per le liste che appoggiano il candidato premier che vince le elezioni. Il Senato inizia ora l'esame dell'articolo 7, che riguarda le crisi di governo e su cui c'è un emendamento del governo. 

Cartelli nell'Aula del Senato, sospesa la seduta sul premierato

Proteste sul premierato in Aula delle opposizioni che hanno esposto dei cartelli con la scritta "Parlamento con bavaglio" a causa dell'esaurimento dei tempi concessi. La vicepresidente Licia Ronzulli ha sospeso la seduta.

In precedenza i gruppi di opposizione avevano chiesto ripetutamente in Senato alla ministra Casellati di chiarire la legge elettorale con cui verrà eletto il presidente del Consiglio, dato che il ddl introduce il principio ma tace su come funzionerà il meccanismo elettorale. I gruppi di opposizione, avendo quasi esaurito i tempi di intervento, avevano limitato gli interventi. Quelli effettuati sui singoli emendamenti si erano concentrati sulla stessa domanda rivolta alla ministra delle riforme, vale a dire come verrà eletto il premier.

In particolare è stato chiesto se verrà garantito il fatto che il premier sarà eletto solo se avrà almeno il 50% dei voti, ricorrendo in caso contrario al ballottaggio. La domanda è stata posta dai senatori del Pd Andrea Martella, Dario Parrini e Andrea Giorgis, dal capogruppo di Avs Peppe De Cristofaro, dai senatori di M5s Roberto Cataldi, Alessandra Maiorino e Gabriella De Girolamo e dal capogruppo di Iv Enrico Borghi. Tuttavia la ministra non è intervenuta per chiarire le richieste delle opposizioni.

Il voto finale il 18 giugno pomeriggio

La Conferenza dei capigruppo del Senato ha fissato ufficialmente per martedì 18 giugno alle 15 l'orario di conclusione dell'esame e del voto degli emendamenti al premierato. A quell'ora infatti inizieranno le dichiarazioni di voto e il voto finale. Lo ha riferito il presidente del Senato Ignazio La Russa, al termine della riunione.

Alle opposizioni, che avevano concluso il tempo a disposizione a causa del contingentamento dei tempi, sono state concesse ulteriori due ore, ma fissando la data e l'orario di chiusura, da rispettare anche ricorrendo a sedute notturne.

Casellati: 'No a lezioni di democrazia dalle opposizioni'

"Avrei voluto discutere su una proposta alternativa che non c'è stata, e non avrei voluto discutere su numeri. Non accetto lezioni di democrazia da chicchessia su una legge che non prospetta nessuna deriva autoritaria". Lo ha detto in Aula al Senato la ministra per le riforme Maria Elisabetta Casellati in un intervento dai toni alterati con cui ha criticato le opposizioni. L'intervento, al momento di dare il parere sugli emendamenti all'articolo 6 del ddl sul premierato, ha suscitato proteste delle opposizioni.

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