Politica

Il Consiglio comunale di Milano boccia l'intitolazione di un luogo a Berlusconi

A un anno dalla morte, la figura del Cav divide ancora la politica

Redazione Ansa

Ad un anno dalla sua morte, la figura di Silvio Berlusconi divide ancora il Consiglio comunale di Milano, che ha bocciato, con 25 voti contrari e 12 a favore, la mozione presentata dal consigliere comunale di Forza Italia, Alessandro De Chirico, per intitolargli uno spazio pubblico della città, una via, strada, piazza, parco o edificio in un quartiere in fase di rigenerazione urbana. Non è una sorpresa la bocciatura della mozione visto che secondo le regole devono passare dieci anni dalla morte prima di intitolare un luogo pubblico a qualcuno e anche ieri il sindaco, Giuseppe Sala, ha ribadito che non verrà fatta nessuna deroga. 

Silvio Berlusconi é stato però iscritto lo scorso novembre al Famedio, pochi mesi dopo la sua morte, il pantheon dei milanesi illustri del cimitero Monumentale.  "Quello che ha fatto Berlusconi per Milano e per l'Italia è sotto gli occhi di tutti", ha spiegato De Chirico deluso dalla bocciatura, aggiungendo che "ci penseremo noi quando il centrodestra vincerà le comunali a intitolargli un luogo". Deroghe alla regola dei dieci anni "ne sono già state fatte - ha aggiunto -, come la intitolazione della palazzina Liberty, poi abbandonata, a Dario Fo e Franca Rame. La legge prevede delle deroghe come dimostrato dalle tanti intitolazioni di piazze dedicate al Cavaliere lungo tutto lo Stivale". Anche nella maggioranza c'è chi non è d'accordo con la posizione della giunta, come il consigliere di Azione, Daniele Nahum. "Bisognerebbe prendere una posizione chiara e dire o sì o no, senza nascondersi dietro alla regola dei dieci anni - ha detto -, perché sono già state fatte delle deroghe. Io non ho votato a favore della mozione ma vanno dette le cose come stanno, cioè che Berlusconi è stato un personaggio divisivo, che c'è un tema giudiziario. C'è però un tema sulla giustizia giusta che in Italia non c'è e sulla separazione delle carriere su cui Berlusconi aveva ragione". "Prendiamoci l'impegno di cambiare questa regola assurda dei dieci anni", ha concluso.
   

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