Politica

Tesi e logori per ritmi frenetici, la fotografia dei giornalisti

Indagine scientifica Casagit e psicologi del lavoro

Redazione Ansa

(ANSA) - MILANO, 20 GIU - Tensione, senso di logoramento, ritmi frenetici, squilibrio tra lavoro e vita privata. Ma anche disagio e malessere legati agli orari prolungati e alla sedentarietà tipica delle attività alla scrivania e al pc. A fare su vita e occupazione del giornalista in redazione è Breaking news (Ultime notizie), indagine promossa dall'Osservatorio salute e sicurezza sul lavoro di Casagit Salute, curata da Andrea Artizzu, Giorgio Pacifici e Tiziana Sapienza.
    Lo studio - già dal titolo evocativo delle condizioni di lavoro potenzialmente stressanti per un profilo professionale che deve essere sempre "sul pezzo" - rientra nell'ambito del protocollo di collaborazione tra Casagit Salute e Consiglio nazionale dell'Ordine degli psicologi (Cnop), che ha analizzato i dati raccolti assieme a ricercatori dell'Università di Bologna. Sotto la lente la condizione di lavoro dei giornalisti, per individuare quei fattori di rischio della professione giornalistica che possono favorire situazioni di stress e mettere a repentaglio il benessere lavorativo.
    Ampia la partecipazione all'indagine: dopo i focus group e le interviste, sono stati compilati dai giornalisti 1.910 questionari. L'età media del campione è 50 anni, circa un terzo tra 55 e 65 anni. La maggior parte ha un contratto a tempo indeterminato (87%), il monte ore medio si attesta sulle 45 ore, ma ben il 35% dichiara di lavorare tra le 50 e le 60 ore alla settimana.
    La percezione di stress influenza nettamente la soddisfazione lavorativa. Le principali manifestazioni di disagio emerse sono legate a forme di sovraccarico cognitivo, causate da uno squilibrio tra le risorse disponibili e le crescenti richieste nei ritmi di lavoro. Tensione e senso di logoramento sono presenti nel 65% dei casi, il 61% si sente oberato di compiti e attività. Tutti aspetti associati a cambiamenti organizzativi che si concretizzano spesso in riduzioni di organico, con conseguente aumento dell'impegno sul posto di lavoro. Non manca la dimensione del tecno-stress per l'eccesso di stimoli, notifiche, velocità di elaborazione delle informazioni. Più della metà dei giornalisti (57%) riferisce difficoltà nel gestire in modo adeguato il rapporto tra il tempo dedicato alla professione e il restante "spazio di vita".
    "Oltre a ottenere una fotografia scientificamente validata su scala nazionale, questo studio offre indicazioni utili per elaborare suggerimenti e proposte di prevenzione, da attuare in collaborazione con la categoria e le parti sociali", sottolinea Gianfranco Giuliani, presidente di Casagit Salute. (ANSA).
   

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