Politica

Linea dura sulle detenute madri, nessun rinvio di pena

Salvini esulta: 'Basta impunità'. Ma FI chiede modifiche

Ingresso della Casa Circondariale di Civitavecchia

Redazione Ansa

Salta l'obbligo di rinvio della pena per le donne incinte o con figli sotto l'anno che potranno dunque anche finire in carcere. La norma, che prevede che l'attuale tutela per queste condannate diventi facoltativa, è contenuta nel ddl sicurezza in discussione nelle commissioni Affari Costituzionali e Giustizia della Camera. Bocciati gli emendamenti che ne chiedevano la soppressione o modifiche.


    Esulta la Lega con Matteo Salvini. "Una misura - dice il vicepremier - da noi voluta contro quelle vigliacche borseggiatrici e ladre che, sfruttando lo stato di gravidanza, agiscono impunite e derubano cittadini, lavoratori e turisti, spesso cercando di colpire i più fragili e anziani. Basta!". Ma sulla norma emergono tutti i dubbi di Forza Italia che - con il capogruppo in commissione Paolo Emilio Russo - si astiene sugli emendamenti per modificarla dell'opposizione e annuncia che darà battaglia presentando in Aula un emendamento per ripristinare l'automatismo del rinvio della pena. "A chi si oppone a questa norma - sostiene Fratelli d'Italia con Augusta Montaruli - adducendo come motivazione la tutela dei bambini, ricordiamo che tra i primi diritti dei minori c'è quello di non essere utilizzati strumentalmente per compiere reati o per rinviare l'esecuzione della condanna".

Una norma "crudele" secondo la presidente di Azione Mara Carfagna. "E' vigliacco chi manda i bambini in carcere", dice la Dem Michela De Bise. Le opposizioni, del resto, vanno all'attacco di questa come di una serie di altre misure contenute nel pacchetto Piantedosi che viene bollato dal Pd, con Matteo Mauri, come "vuoto e pericoloso". Tra le novità della giornata del provvedimento anche l'introduzione, attraverso un emendamento sempre targato Lega, di una aggravante per i reati commessi sui treni o nelle aree o nelle vicinanze delle stazioni della metro.
    Una misura, accusa M5s con Pasqualino Penza che "non ha alcun senso se non quello di fare la tipica propaganda in salsa Salvini: come se commettere un reato grave non nelle immediate adiacenze di quei luoghi fosse meno grave. Se succede al porto, alla fermata del bus o in aeroporto secondo la maggioranza è meno allarmante?". "Invito i colleghi delle opposizioni - la replica di FdI con Luca Sbardella - a recarsi in una stazione per prendere la metro: così potranno vedere la delinquenza e il degrado che ogni giorno numerosi cittadini sono costretti a sopportare". Bocciate anche tutte le proposte di modifica all'articolo sul reato di impiego di minori nell'accattonaggio.


    Resta, dunque, l'innalzamento da 14 a 16 anni dell'età per la quale viene punito e si innalza, inoltre, da tre a cinque anni la pena massima per questa condotta. "Il ddl-monstre condanna i bimbi al carcere e inventa aggravanti assurde se i reati vengono commessi in metro. Dove è finito l'orgoglio garantista? Scatta solo per difendere gli amici inquisiti?", accusa Avs con i capigruppo in commissione Doris Devi e Filiberto Zaratti. "E' un modo assurdo, caotico, ideologico e totalmente inutile di scrivere le leggi che piega il codice penale alla propaganda", dice il segretario di +Europa Riccardo Magi. Domani riprende l'esame e potrebbe avere il via libera l'emendamento del governo che prevede una stretta sulla cannabis light. La Lega intanto insiste anche sulla castrazione chimica per i pedofili e gli stupratori: "Un pedofilo, uno stupratore seriale deve essere non solo messo in carcere ma anche curato, perché è un malato", dice Salvini. 
   

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