Politica

Meloni e Manfredi firmano l'intesa, 1,2 miliardi per Bagnoli. La premier: "Cambieremo le cose" 

La firma con Manfredi, presente anche il governatore De Luca, la stretta di mano dopo le polemiche. La presidente del Consiglio ai manifestanti: "Qui tante promesse tradite"

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Redazione Ansa

L'attesa è stata lunga, trenta anni. Ma da oggi per Bagnoli, quartiere simbolo di Napoli, ex sito industriale, emblema dell'inquinamento, di progetti annunciati e mai conclusi, sembra davvero la volta buona. Grazie ad un protocollo d'intesa firmato dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e dal commissario straordinario di Governo al Sin Bagnoli-Coroglio, Gaetano Manfredi, 1,2 miliardi di euro sono stati destinati alla rinascita dell'area. "A Bagnoli cambieremo le cose", promette Meloni ai manifestanti del corteo di protesta e ai cittadini che aspettano risposte. Del resto, dice, "la politica deve sfidare se stessa sugli obiettivi difficili, non su quelli facili". E Bagnoli è una sfida non certo facile. Le polemiche, in parte, lo dimostrano. Distinguo, quelli tra il governo ed il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che anche oggi non sono mancati. 

Se, infatti, da un lato una stretta di mano tra i due, ad inizio giornata, sembrava aver messo a tacere le controversie degli ultimi mesi, dall'altro De Luca non ha rinunciato a dire la sua. Prima lo ha fatto rispondendo, due mesi dopo, al saluto che Meloni gli riservò in occasione della visita a Caivano. Quel giorno la presidente del Consiglio si presentò come "quella stronza della Meloni" rispondendo a quanto detto su di lei proprio dal governatore.

 

"Sono il civile De Luca", il saluto quindi del presidente della Regione che poi ha però raggiunto - con aria contrariata - il palco per la foto con i rappresentati istituzionali (Meloni, Manfredi, il ministro Fitto e il ministro Sangiuliano). Ma è sui fondi che l'asse tra i due non sembra affatto essersi ricongiunto. "Vale la pena ricordare che su questo sito, a fronte dei circa 2 miliardi e 280 milioni di euro che sono necessari a coprire il costo degli interventi di riqualificazione e di risanamento, era stata messa a disposizione la cifra di 480 milioni, cioè meno di un settimo di quanto necessario - spiega Meloni -. Allora, con il decreto coesione, noi abbiamo scelto di stanziare quello che serve per coprire gli investimenti pubblici, ovvero 1 miliardo e 218 milioni a valere sulle risorse del Fondo di sviluppo e coesione 2021-2027, quindi fondi nazionali".

Guai a dirlo al battagliero governatore che sul punto precisa: "Non c'è bisogno di ribadirlo, quando si parla di fondi nazionali si parla di fondi nazionali già attribuiti alle regioni, quindi sono fondi di competenza regionale. Il miliardo e 200 milioni sono fondi della Regione Campania, attribuiti alla Regione il 3 agosto 2023". Eppure secondo Fitto con "la collaborazione, il dialogo e il confronto tra le istituzioni anche le sfide più difficili possono essere affrontate e vinte". C'è poi un altro aspetto non facile della questione Bagnoli: convincere i cittadini che da oggi una svolta è davvero possibile.

Meloni si rivolge a loro: "Vi capisco. La sfida è trasformare un'area inquinata e abbandonata in un moderno polo turistico balneare e commerciale". Manfredi non ha dubbi: "Mai come oggi nessuna incertezza, oggi definiamo una road map robusta, precisa, che potrà portarci al definitivo rilancio di quest'area". Anche Bernardo Mattarella, l'ad di Invitalia, soggetto attuatore degli interventi, se ne dice certo: "E' una giornata molto importante accompagnata anche da un evento operativo. Consegniamo le aree delle cosiddette fondiarie per l'inizio dei lavori di bonifica. Direi che è la volta buona". I cittadini, intanto, aspettano. "Chiediamo la rimozione della colmata e la restituzione ai giovani e meno giovani del territorio di Bagnoli, dell'area balneabile e della linea di costa. Negli anni ci sono state le passerelle e non ne vogliamo più", avverte Umberto Villa, uno dei manifestanti. Trenta anni di attese su Bagnoli che pesano. Ma la premier, quel peso, prova ad alleggerirlo così: "Faremo quello che va fatto. A chi pensava che questi territori fossero spacciati, che non avessero speranza, che si potessero solo mantenere nella loro condizione con l'assistenzialismo, dimostreremo a questa gente che si sbagliava di grosso".

 

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