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Il Senato approva il decreto 'salva-casa', è legge

Via libera con 106 e 68 no, il governo aveva posto la fiducia. Le opposizioni attaccano: 'è un condono'

Il Senato approva il decreto 'salva-casa', è legge

Redazione Ansa

Il decreto 'salva casa' è legge: l'aula del Senato ha dato il via libera definitivo confermando la fiducia al governo, che ha posto la questione. A favore si sono espressi 106 senatori, 68 i contrari e un astenuto. Si tratta del 61/o voto di fiducia a Palazzo Madama dall'inizio della legislatura.

 

Il provvedimento, nato su iniziativa del ministro per le Infrastrutture e vicepremier Matteo Salvini, introduce norme urgenti per la semplificazione edilizia e urbanistica. E' stato approvato a Montecitorio venerdì scorso anche allora ricorrendo alla fiducia.

"Il decreto salva-casa è stato presentato come un atto che si limita a sistemare piccole difformità e a regolarizzare questioni meramente formali che creano problemi alla compravendita, al fine - per dirla con le parole del ministro proponente, che ne ha fatto poi solo la cassa di risonanza dello slogan lanciato - di risolvere problemini di scarsa portata. Tuttavia, il testo che abbiamo ereditato dalla Camera, quindi con le modifiche apportate, reca interventi di ben maggiore impatto, con ricadute sulle variazioni essenziali, sulla doppia conformità e persino sulla parte antisismica della normativa esistente, presentando così un profilo molto più impattante rispetto a un semplice complesso di piccoli aggiustamenti. Vengono così introdotte misure a regime che si applicheranno senza limitazioni temporali e quindi sprovviste di carattere di eccezionalità e straordinarietà, ponendosi pertanto in contrasto con l'articolo 77 della Costituzione", ha commentato la senatrice del M5s, Gabriella Di Girolamo, intervenendo in aula.

"Il crescente fabbisogno abitativo si dovrebbe affrontare mediante una pianificazione strategica volta all'adeguamento dell'offerta degli alloggi accessibili - ha continuato - Anche il dissesto idrogeologico e la sicurezza antisismica nel nostro Paese richiederebbero un intervento urgente, mentre in questo decreto non si fa altro che prendere atto del progressivo affermarsi di comportamenti illeciti adeguando la normativa alle condotte illecite e non viceversa".

Per il capogruppo del Pd Francesco Boccia il decreto "contiene evidenti sanatorie e condoni in materia di edilizia residenziale, una vera e propria deregulation. Nessuna norma che riguardi una politica per la casa o investimenti sull'edilizia pubblica. Niente che riguardi la rigenerazione urbana. L'ennesima furbata, un'altra strizzata d'occhio ai furbi. Per questo motivo troviamo grave che il ministro Salvini, sponsor di questo decreto, non abbia trovato il coraggio di metterci la faccia e di venire a difendere il suo ennesimo condono nelle aule parlamentari". 

"Un decreto che salva gli abusi ed è a favore della rendita immobiliare, non dà nessuna risposta al fabbisogno abitativo e facilita i cambi di destinazione d'uso e l'abitabilità di spazi che abitazioni non sono, ma loculi di 20 mq. La legge Salvini avrà l'effetto di una moltiplicazione di case vacanze e b&b e l'aumento dei costi per l'acquisto delle case con conseguente espulsione di residenzialità per i meno abbienti. Ma soprattutto nessuna risposta alle oltre 700 mila famiglie che sono in lista d'attesa per una casa popolare e niente sui 90 mila alloggi attualmente non disponibili in quanto non adeguati", ha sottolineato il capogruppo di Avs Peppe De Cristofaro. "Salvini sana le case dei ricchi ma non trova soluzioni per chi ha diritto a una casa popolare - ha proseguito - o alle famiglie che hanno difficoltà a trovare una casa in affitto a causa della proliferazione dei bed and breakfast e del turismo diffuso nei centri storici. Per Salvini vale il motto: un condoncino prima dell'estate non si nega a nessuno". 

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