Politica

Si cerca l'intesa sulla Rai, ma FdI è pronta allo strappo

"Avanti anche senza Lega". Possibile il voto entro la pausa estiva

La sede Rai di viale Mazzini

Redazione Ansa

   Sull'elezione dei componenti del Cda Rai Fratelli d'Italia è pronta allo strappo. La sua intenzione è quella di chiudere "entro la pausa estiva", mentre molti in maggioranza vorrebbero rinviare tutto a settembre. L'ipotesi che sembra prendere forza in queste ore, però, è che Camera e Senato votino "già mercoledì sera" i 4 componenti del Consiglio di Amministrazione (i membri del Consiglio sono 7: 2 eletti dalla Camera, 2 dal Senato, 2 dal Cdm su proposta del ministro dell'Economia e 1 dai dipendenti Rai).

Il partito di Giorgia Meloni, "stanco dell'impasse" che si è prodotto con la Lega su chi debba fare il presidente e chi debba ricoprire il ruolo di direttore generale, vorrebbe addirittura che anche il voto in Commissione di Vigilanza, che deve confermare con la maggioranza dei 2/3 la scelta del presidente da parte del Cda, avvenisse prima dell'estate. Nel caso che la Lega, proprio in Vigilanza, votasse contro, non si esclude che si possa arrivare ad un 'soccorso' da parte delle opposizioni.

    Così, secondo quanto si apprende, le Conferenze dei Capigruppo di Camera e Senato potrebbero essere convocate per mercoledì e decidere di votare già in giornata o al massimo giovedì mattina sulla Rai. "I tempi sono strettissimi - spiega un componente della Vigilanza di FDI - ma appena si salda l'intesa possiamo farcela". Il nodo resta la nomina del nuovo Presidente Rai, dopo le dimissioni di Marinella Soldi, approdata alla BBC. Lo schema al quale starebbe lavorando FdI è quello di Simona Agnes alla presidenza del servizio pubblico; Giampaolo Rossi come Ad, al posto di Roberto Sergio, mentre alla Lega spetterebbe un consigliere.

    Il Carroccio spinge, però, per l'indicazione del direttore generale e molti suoi esponenti si dicono convinti che alla fine uno tra l'attuale direttore della produzione Marco Cunsolo, che sarebbe in vantaggio, e il direttore di Rai Pubblicità Maurizio Fattaccio alla fine la spunterà. Si vocifera anche di un piano B sulla presidenza pronto in caso di problemi sulla ratifica di Agnes in Vigilanza: la maggioranza può contare su 24 voti, altri due voti dall'opposizione sono dati per scontati, ma servirebbe comunque il soccorso dei due membri di Italia Viva per arrivare a quota 28. Se così non fosse la maggioranza potrebbe indicare un nome super partes gradito al Pd per allargare il consenso.

    Anche per questo gli occhi sono puntati sulle scelte dei dem, che come consigliere potrebbe indicare uno tra Antonio Di Bella e Roberto Natale, ma non hanno ancora sciolto le riserve. M5s dovrebbe confermare Alessandro Di Majo, la Lega eleggere Alessandro Casarin, più che Antonio Marano, e Fdi Valeria Falcone. "Al momento - si spiega nella maggioranza - la situazione è fluida. Ma non darei per scontato un rinvio della questione a settembre". Ad accelerare le cose, forse, è stata anche la querelle con l'Europa che ha visto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, scrivere alla numero uno della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, per assicurare che in Italia non c'è alcun rischio per la libertà di stampa e che da parte del suo governo non c'è stata alcuna "occupazione della Rai".

    Nel frattempo, la presidente della Commissione di Vigilanza, Barbara Floridia (M5S) dice che "serve una nuova legge che cancelli quella di Renzi del 2015 e che rispetti i principi imposti dall'Unione Europea".

"Dopo l'estate - è il suo appello - ci si sieda al tavolo e si ragioni seriamente su questo". Il fondatore di Italia Viva, Matteo Renzi, tirato in ballo da più parti per la sua riforma, affida a Raffaella Paita il compito di replicare. E lei lo fa ricordando che la legge sulla Rai approvata dal Parlamento "non è una norma usata dal governo Renzi, ma da tre governi: il governo Conte 1 nel 2018, il governo Draghi nel 2021, il governo Meloni nel 2023". Quindi aggiunge: "Renzi non ha mai nominato il capo della Rai. Conte, Draghi e Meloni sì". "Renzi che non abbia approfittato della sua legge - è la controreplica della Lega in Vigilanza - é la battuta dovuta al caldo di fine luglio. É bizzarro dover ricordare a IV la scelta caduta sul nuovo acquisto della BBC, Marinella Soldi, che ha annunciato l'addio alla TV pubblica italiana rischiando di portarsi via segreti industriali di un'azienda nella quale proprio il partito di Renzi l'aveva sostenuta".
   

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