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Il governo valuta una tassa sugli extraprofitti, Gasparri: "Non ci sarà", bocciata anche da analisti

Il presidente dei senatori di Forza Italia: 'Il governo di centrodestra le tasse le taglia non le aggiunge'

Redazione Ansa

"Le notizie di stampa su una possibile tassazione dei proventi del sistema bancario, crea effetti negativi nel settore e una cattiva immagine nei mercati internazionali che valutano la serietà di un paese se le norme del settore sono stabili e mai retroattive. È opportuno sia smentita tale ipotesi che risulterebbe infondata". Così Paolo Barelli, presidente dei deputati di Forza Italia. 

"Aritanghete sugli extraprofitti. Già fecero una figura da pezzottari al loro esordio, finì con una poco onorevole marcia indietro. Ora ci riprovano a mettere tasse, sempre la solita manina, quella del sottosegretario al populismo. Misura sbagliata, iniqua. Fermatevi". Lo scrive sui social il senatore del Pd, Filippo Sensi.

Sul tema è intervenuto anche il presidente dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri: "Le notizie false su tasse che non ci saranno mai, visto che il governo di centrodestra le tasse le taglia non le aggiunge, stanno creando danni sui mercati azionari. È bene stroncare questa circolazione di bugie, perché queste falsità su tasse che non ci saranno causano fluttuazioni di borsa e rappresentano soltanto un vantaggio per cinici speculatori. Forza Italia è fautrice dell'equità fiscale. Non certo di nuove tasse". Lo dichiara il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri.

I rumors di una tassa sugli extraprofitti delle banche preoccupano gli investitori, sui cui terminali si accumulano i report di analisti che sottolineano l'effetto negativo che l'imposta avrebbe sui destinatari e sull'immagine dell'Italia. Le voci, scrivono gli analisti, vengono viste come un "elemento di disturbo" che aumenta "la rischiosità percepita sul settore" bancario, creando "incertezza" ed "effetti negativi" in una fase delicata per il credito, che dovrà fare i conti con il calo dei tassi e il possibile aumento dei crediti deteriorati. Senza contare che tasse ad hoc potrebbero "scoraggiare" gli investimenti sull'Italia.

"Se il governo presenterà una proposta seria, destinando le risorse al finanziamento di priorità vere come la sanità o il cuneo fiscale, noi siamo pronti a discuterne. Il problema è che la Meloni e i suoi non sono credibili". Lo dichiara il senatore e responsabile economia del Pd, Antonio Misiani. "L'anno scorso annunciarono in pompa magna la tassa sugli extra profitti delle banche, salvo fare rapidamente retromarcia facendo finire tutto a tarallucci e vino, con gettito zero per le casse dello Stato. Ci risparmino l'ennesima pagliacciata. Ormai gli italiani hanno capito che la destra populista abbaia ma non morde, perché quando deve scegliere difende sempre e comunque gli interessi di pochi".

La proposta. Il governo starebbe valutando l'ipotesi di reintrodurre un 'contributo di solidarietà' da applicare sulle banche sulle assicurazioni e su alcune imprese in settori con molti profitti. A riportarlo, dopo le indiscrezioni riportate ieri che non hanno trovato conferma, sono oggi alcuni quotidiani che, in alcuni casi, evidenziano che non ci sarebbe ancora un testo scritto, in altri che l'ipotesi potrebbe concretizzarsi in autunno, a differenza di quanto accaduto lo scorso anno quando la tassa sugli extraprofitti venne approvata durante il periodo estivo. Secondo La Repubblica, non si parlerebbe di 'tassa' ma di 'contributo di solidarietà' da un perimetro ampio: "banche e assicurazioni, ma anche tutte le altre imprese che hanno maturato utili in abbondanza, da quelle energetiche al comparto del lusso". Per il quotidiano "pagano tutti, senza distinzioni" e sarebbe questo lo schema scelto "per incassare soldi necessari a tenere in piedi la Finanziaria" perché "la strada delle imposte ad hoc è impervia: il rischio è finire fuori strada, bocciati dalla Corte costituzionale". I tempi non sarebbero comunque brevi. Lo sostengono sia la Stampa che Il Fatto Quotidiano. "L'indiscrezione circola da giorni tra i lobbisti - afferma La Stampa - e tra i corridoi dell'esecutivo arriva la conferma che i tecnici stanno preparando una norma, che però non sarà pronta per l'ultimo Consiglio dei ministri del 7 agosto convocato prima della pausa estiva". Il Fatto ipotizza l'arrivo in autunno con un decreto collegato alla manovra o comunque con un provvedimento ad hoc.

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