Politica

Radicali al carcere di Torino, 'il governo deve intervenire'

"Il Parlamento deve legiferare per ridurre il sovraffollamento"

Redazione Ansa

(ANSA) - TORINO, 03 AGO - "Il governo deve intervenire, il Parlamento deve legiferare per ridurre il sovraffollamento inaccettabile di queste strutture". Così Igor Boni dei Radicali Italiani ha spiegato davanti al carcere Lorusso e Cutugno di Torino le ragioni del presidio durato l'intera notte da parte del partito davanti alla casa circondariale.
    "Chiediamo alla Rai, al servizio pubblico, al radiotelevisivo, uno speciale carcere in prima serata dedicando ore di tempo ad approfondimenti e a notizie che diano agli italiani conoscenza e contezza di che cosa accade dietro le sbarre - ha aggiunto - perché di preconcetti sono pieni i nostri telegiornali e le dichiarazioni dei nostri politici che sfruttano e lucrano sulla pelle di questi disperati".
    "Questi nomi che utilizziamo per tappezzare le nostre automobili - ha evidenziato a proposito dei cartelli appiccicati alle auto - sono per rendere onore, omaggio a persone, magari che hanno attraversato il mare, il deserto, per raggiungere una fortuna che non hanno trovato, perché hanno trovato magari la criminalità e hanno trovato le carceri, hanno trovato ulteriori violazioni dei diritti dopo quelle che hanno subito. La gran parte di loro sono stranieri, molti però sono anche italiani, alcune sono donne. Si sono suicidati in questa struttura, in questo carcere che abbiamo qua di fianco - ha detto spiegando che si tratta di 62 persone - ma è importante sottolineare che sono sette gli agenti di polizia penitenziaria che si sono suicidati: sono i lavoratori che fanno il lavoro più soggetto al rischio suicidario. Siamo qui anche per loro, perché le violazioni dei loro diritti sono la violazione dei diritti di tutti i cittadini italiani e tutti i cittadini italiani - ha concluso - dovrebbero essere qui con noi a chiedere a un Paese che dovrebbe essere democratico e civile di smetterla di nascondere la disperazione e la povertà sotto i tappeti".
    (ANSA).
   

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