Con il consueto realismo e l'assoluta assenza di retorica che lo contraddistinguono, il cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, non nasconde "dubbi" sull'esito dei negoziati per il cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi israeliani, avvertendo però che si tratta dell'"ultimo treno".
"Siamo a un momento decisivo, dirimente, con i dialoghi in corso", dice intervenendo all'evento inaugurale del 45/o Meeting di Rimini. "La guerra finirà, spero che con i negoziati si risolva qualcosa: ho i miei dubbi, ma è l'ultimo treno. Se non si arriva a un cessate il fuoco ora sarà drammatico", sottolinea. "Si può andare verso il cessate il fuoco, ma anche verso una degenerazione - osserva -. E' un momento dirimente, per questo dico che è importante pregare, ci resta solo pregare". "Ma il male che ha prodotto questa guerra, l'odio reciproco, il rancore, il rifiuto dell'esistenza dell'altro resteranno, e ci dovranno impegnare tutti", è il suo richiamo.
"L'impatto che questa guerra ha avuto su entrambe le popolazione, quella ebrea e quella palestinese, è unico, senza precedenti", spiega Pizzaballa rispondendo alle domande del presidente del Meeting Bernhard Scholz. "Per Israele quello che è accaduto il 7 ottobre è uno shock incedibile - rileva -. Gli ebrei pensavano che essere in Israele per loro significava essere al sicuro, e invece hanno capito che non erano al sicuro.
Anche per i palestinesi la guerra ha portato all'esasperazione sentimenti che già c'erano ma che oggi sono diventati ancora più odio, rancore, volontà di vendetta, sfiducia, profonda incapacità di riconoscere l'uno l'esistenza dell'altro". "Questo rifiutare l'uno l'esistenza dell'altro - aggiunge - è diventato materia quotidiana, si è diffuso nei media, nei social media, è diventato veramente drammatico".
Il patriarca spiega che la guerra ha mandato in crisi il dialogo tra le fedi - "oggi non riusciamo a incontrarci, non riusciamo a parlarci, ma dobbiamo tornare a relazionarci, perché nessuna religione è un'isola" - e richiama i rispettivi leader a non farsi strumento di sentimenti di odio per le altre confessioni, come l'antisemitismo - "dramma inaccettabile, le cui ragioni oggi sono però più politiche" - o l'islamofobia.
Intanto, per il vicario della Custodia di Terra Santa, padre Ibrahim Faltas, che ha incontrato i giornalisti a Trento, "tutti temono che, se non ci sarà un accordo, ci sarà la terza guerra mondiale, perché è attesa ancora la reazione dell'Iran e di Hezbollah. Da undici mesi ci alziamo al mattino e contiamo i morti. La gente muore di fame, di sete, di mancanza di medicine e di cure". "Speriamo di arrivare a un accordo questa settimana, altrimenti sarà un disastro", afferma
dell'inviato Luca Ferrero
A dare la sveglia alla 45esima edizione del Meeting per l'amicizia fra i popoli è il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Nella giornata di apertura, il capo dello Stato scrive un messaggio a Bernhard Scholz, presidente della Fondazione che organizza la kermesse.
Mattarella si rivolge direttamente alla comunità di Comunione e Liberazione riunita alla Fiera di Rimini. Invia un "saluto caloroso" a organizzatori e volontari, evidenziando il "grande valore" dell'impegno educativo e culturale del Meeting. E nel citare il tema di quest'anno, 'la ricerca dell'essenziale', il presidente non fa a meno di evidenziare "l'orrore, le atrocità e l'escalation delle guerre, le volontà di dominio, con un drammatico ritorno al passato". "Sentimenti di paura, sfiducia, talvolta indifferenza, non di rado rancore e odio, si riaffacciano", aggiunge. Parole, queste ultime, che in ambienti qualificati del Meeting vengono lette anche in chiave interna.Come un monito che giunge in un momento delicato della politica italiana.
Di fronte al riaffacciarsi del rancore e dell'odio, Mattarella mette l'accento sul "contributo di cultura, dialogo e umanità offerto anche quest'anno" dalla kermesse. E c'è chi, dalle parti del Meeting, accoglie con soddisfazione le parole del capo dello Stato. Alla ripresa della stagione politica - è il ragionamento - le parole del presidente invitano al dialogo e al dibattito democratico. "C'è una differenza giusta tra maggioranza e opposizioni, - si riflette - ma una convergenza verso obiettivi comuni è fondamentale per lo sviluppo di un Paese. La paura è vinta da luoghi come questo, dove c'è amicizia e dove ideali diversi si incontrano".
Il messaggio del capo dello Stato è letto dal presidente Scholz sul palco che inaugura la manifestazione. Le parole di Mattarella risuonano così nell'immenso padiglione della Fiera.
"Essenziale - scrive il presidente della Repubblica - è rimettere al centro la persona. Il desiderio di vita e di pienezza, nella relazione con la comunità. Perché l'essenziale non sta nell'io separato, autosufficiente, ma nell'incontro con l'altro, nella scoperta delle verità di cui l'altro è portatore, e dunque nel camminare insieme, nel domani da pensare e costruire".
A seguire, nel primo partecipatissimo evento della kermesse, l'intervento del patriarca di Gerusalemme dei Latini Pierbattista Pizzaballa. Che rilancia la speranza per la risoluzione del conflitto in Medio Oriente. Si dispiega così il fil rouge della pace che attraverserà la settimana più intensa dell'anno per il movimento fondato da Luigi Giussani. Settimana densa, in primis, di appuntamenti con i protagonisti della politica. Nel primo giorno, fa capolino tra gli stand uno storico volto del Meeting, l'ex presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni. Si vedono anche i due contendenti alla presidenza della Regione Emilia Romagna, Michele de Pascale, per il centrosinistra, ed Elena Ugolini, per il centrodestra. La sfilata dei 'big', però, sta per cominciare.
In attesa dell'arrivo a Rimini del leader della Lega Matteo Salvini, fa già discutere il plastico del Ponte sullo Stretto che spicca nello spazio espositivo allestito dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Ad attrarre la curiosità della comunità di Cl è anche l'esperienza immersiva in realtà virtuale con cui si può già 'vivere' il progetto preliminare del Ponte.
Subito critico Angelo Bonelli di Avs. "È vergognoso che si spendano soldi pubblici per fare propaganda e promuovere un progetto che non ha alcun fondamento reale", scandisce. Si attende la replica del ministro tra poche ore. Quando al Meeting arriveranno anche i ministri Matteo Piantedosi e Marina Calderoni. Poi, sarà il turno del vicepremier Antonio Tajani. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni non ha ancora sciolto la riserva, ma in molti, tra gli stand, si aspettano una sorpresa finale.
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