Politica

Vescovo 'si criminalizza dissenso dai dogmi del progressismo'

Suetta 'da immigrazione indiscriminata all'aborto'

Redazione Ansa

(ANSA) - SANREMO, 31 AGO - "Vediamo bene, ad essere schietti ed onesti, come oggi sia pervasiva una criminalizzazione del dissenso. Si registra a tutti i livelli della compagine sociale un'azione repressiva tendente a criminalizzare chiunque si opponga a determinati nuovi 'dogmi' come immigrazione indiscriminata, aborto come 'diritto fondamentale', utero in affitto, 'transizione di genere', catastrofismo climatico e altre situazioni similari". È il messaggio del vescovo della diocesi di Ventimiglia e Sanremo Antonio Suetta, contenuto nel discorso per i festeggiamenti di Sant'Ampelio a Ventimiglia con cui ha attaccato "i dogmi e le censure del politically correct".
    "Un siffatto tipo di censura qualifica la prospettiva socioculturale, che va sotto il nome di progressismo, parola 'magica', dinanzi alla quale non si ammettono reticenze e ritardi - sostiene Suetta -. Anche ai tempi di san Secondo per l'autorità imperiale romana esisteva un 'politicamente corretto', che sinteticamente coincideva con la 'religione di stato': il problema dell'imperatore non era certo la fede o la salvezza eterna dei sudditi, ma piuttosto quello di garantire un ordine e relative conseguenze di bene e di sicurezza".
    Ma non è tutto. Il vescovo Suetta prende pure di mira l'espansione del mondo islamico: "non possiamo però, d'altra parte, omettere salutari riflessioni sulle cause che hanno provocato il declino di questo o quel contesto: per l'Africa del tempo ha influito la decadenza della civiltà romana prima e l'avanzata islamica poi. Come non riconoscere anche oggi una profonda e grave decadenza di civiltà insieme all'avanzare di varie perniciose dottrine, penso all'espansione del mondo islamico con tutte le conseguenze religiose, politiche e socio-economiche, che sono sotto i nostri occhi".
    Non manca neppure una stoccata all'avanzata di forme di neo paganesimo "spacciate come progresso e propagandate come emancipazione e libertà; basta guardare alla sceneggiata predisposta per l'apertura dei giochi olimpici". (ANSA).
   

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