Politica

All'esame della Consulta la norma sull'abolizione dell'abuso d'ufficio

Il tribunale di Firenze accoglie la questione di legittimità e rimette gli atti

Redazione Ansa

E' stata inviata all'esame della Corte costituzionale la norma con la quale, con l'approvazione del cosiddetto ddl Nordio composto di otto articoli avvenuta lo scorso luglio da parte della Camera, è stato abolito l'abuso d'ufficio. La 'riforma' è diventata legge ad agosto, con la firma del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

L'abolizione dell'abuso d'ufficio aveva sollevato molte polemiche e obiezioni. Ora il sospetto della sua incostituzionalità è stato messo nero su bianco dai magistrati fiorentini che hanno chiesto l'intervento della Consulta che adesso, in base ai suoi tempi, dovrà decidere se ammettere o meno la questione.

A breve, il 7 ottobre, agli atti inviati a palazzo della Consulta dalle toghe di Firenze, potrebbero aggiungersi anche quelli del Tribunale di Reggio Emilia, nell'ambito del processo sui presunti affidi illeciti in val d'Enza, il cosiddetto 'caso Bibbiano'. La Procura reggiana ha infatti sollevato una questione di legittimità costituzionale della norma che ha abrogato il reato di abuso d'ufficio per il suo contrasto con gli articoli 3, 24 e 117 della Costituzione.

Per il 7 ottobre è atteso il parere del Tribunale di Reggio Emilia. In particolare, il tribunale di Firenze ha ritenuto "non manifestatamente infondata" la questione sollevata dall'avvocato Manlio Morcella, legale di parte civile, nel corso del processo in corso per questo reato anche nei confronti della ex magistrato di Perugia Antonella Duchini.

Il legale ha sostenuto la violazione dell'articolo 19 della Convenzione di Merida e dell'articolo 31 di quella di Vienna sul diritto dei trattati, in relazione agli articoli 11 e 117 della Costituzione. Morcella domanda "come è possibile che uno Stato aderente alla Convenzione contro la Corruzione di Merida, obbligato a considerare l'inserimento del reato di abuso in atti d'ufficio nel proprio ordinamento, possa risolversi per la sua abrogazione?".

Il legale ha poi ricordato che l'articolo 31 della Convenzione di Vienna sul diritto dei trattati stabilisce che "un trattato deve essere interpretato in buona fede, in base al senso comune da attribuire ai termini del trattato nel loro contesto ed alla luce del suo oggetto e del suo scopo". "Lo Stato, come l'Italia, che già disponeva del reato di abuso, abrogandolo, - rileva Morcella - non ha forse tradito lo spirito della Convenzione di Merida, per il quale la corruzione, in tutte le sue cangianti manifestazioni, deve essere alacremente combattuta?".

Il processo è stato quindi sospeso in attesa della Consulta. Nella stessa ordinanza di rimessione con la quale il Tribunale di Firenze ha mandato gli atti a Roma, i giudici fiorentini hanno definito "concreta" l'ipotesi di riqualificazione del reato di corruzione in atti giudiziari in abuso d'ufficio contestato a vario titolo nel processo.

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