"L'apertura del fronte libanese e l'intervento diretto dell'Iran hanno inevitabilmente accresciuto il rischio di un conflitto regionale su larga scala. Ma l'escalation delle ultime ore ci spinge ancora di più a lavorare per la pace e per il dialogo. C'è ancora la possibilità di scongiurare una guerra che coinvolga l'intero Medio Oriente. Facciamo appello alla responsabilità di tutti gli attori regionali", ha detto Antonio Tajani in audizione alle commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato con Guido Crosetto.
"Il governo italiano, anche in qualità di presidente del G7, si sta adoperando a 360 gradi per questo obiettivo".
"Siamo pronti ad assumere ogni iniziativa per garantire la sicurezza dei nostri connazionali. Ho da tempo invitato tutti i cittadini italiani a lasciare il Libano con i voli commerciali disponibili. Stiamo lavorando per venire incontro alle loro richieste attraverso un aumento dei collegamenti, inclusi voli charter e altre modalità, che stiamo esaminando insieme al ministero della Difesa". Tajani ha ricordato che "sono circa 3.200 i connazionali che si trovano attualmente in Libano, in gran parte doppi cittadini".
"In un contesto sempre più complesso, che riguarda un quadrante particolarmente vasto, stiamo intensificando i contatti diplomatici: l'obiettivo primario è la de-escalation, a partire da un cessate il fuoco in Libano e a Gaza", ha spiegato poi il ministro degli Esteri. "La scorsa settimana, a margine dei lavori di apertura dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York, ho presieduto una riunione dei ministri degli Esteri del G7. Abbiamo ribadito con grande forza e unità l'invito a tutti gli attori coinvolti a esercitare moderazione e ad impegnarsi in un percorso negoziale", ha sottolineato Tajani.
"Non abbiamo mai nascosto le nostre preoccupazioni per la postura regionale di Teheran, che ha un effetto destabilizzante in un contesto già molto precario, come purtroppo dimostrato ieri sera dall'attacco contro Israele. Riteniamo tuttavia che, ancor più in questo momento, sia importante mantenere un canale di dialogo con l'Iran".
"L'invito che continuiamo a inviare a tutti, Israele compreso - ha detto Tajani -, è quello di lavorare per una de-escalation ed evitare un conflitto che provochi ancora vittime soprattutto tra la popolazione civile. E nel colloquio che ho avuto col ministro israeliano Katz ho insistito non solo sulla tutela dei nostri militari, ma anche sulla necessità di evitare che si ripeta quello che è successo a Gaza con la popolazione libanese. Dobbiamo evitare che ci siano ancora troppe vittime innocenti".
"Se non è possibile operare, il ministro Crosetto deciderà insieme alle Nazioni Unite, ma per adesso non ci sono le condizioni. Stiamo valutando tutte le situazioni per l'evacuazione di tutti quanti. Se peggiora la situazione bisogna essere pronti a qualsiasi evenienza, se la situazione non peggiora, per come stanno le cose il contingente rimane lì", ha spiegato poi Tajani uscendo dall'audizione alle commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato e parlando del contingente italiano dell'Unifil.
"Abbiamo segnalato la necessità di una incisiva e rapida azione Onu perché Unifil eserciti una reale deterrenza all'uso della forza, contemplando la possibilità di operare anche autonomamente anche senza le forze libanesi. Non vi sfuggirà: o ci sono le forze Onu nel sud del Libano o ci sono i soldati israeliani e la differenza è chiara a tutti", ha detto il ministro della Difesa Guido Crosetto in audizione alle commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato, sottolineando che "dobbiamo riconoscere che Unifil non ha raggiunto gli obiettivi della risoluzione 1701".
"La Difesa è pronta a fare la sua parte e qualora necessario è in grado di condurre operazioni di estrazione dei nostri connazionali in Libano, anche in modo autonomo. Sono stati già preallertati assetti navali e aerei e il loro livello di prontezza è stato innalzato e adeguato", ha spiegato il ministro della Difesa. "Il livello di rischio per i nostri militari non è aumentato - ha aggiunto - perché non sono obiettivo di attacchi diretti. Ma la situazione è molto difficile e preoccupante per la possibilità di incidenti non voluti che non possono essere esclusi".
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