Avanti sul lavoro e sulla Consulta, ma Azione già si smarca. All'indomani del muro compatto del centrosinistra sul giudice della Corte costituzionale, il fronte ha cominciato a scricchiolare. Lo strappo è stato di Carlo Calenda: "L'opposizione la deve piantare di fare l'Aventino. Noi la finiremo, perché così non si va avanti".
Il lato sinistro dello schieramento tiene comunque la posizione e intanto ha dato prova di compattezza sul lavoro: Avs, M5s e Pd hanno fuso le loro proposte di legge sulla riduzione dell'orario a parità di salario, presentando un testo unitario ora in Commissione alla Camera. Le scosse interne allo schieramento si sommano però a quelle interne alle forze. Con l'avvicinarsi dell'assemblea Costituente dei Cinque stelle, prevista il 23 e 24 novembre, il fondatore Beppe Grillo, critico con il percorso imboccato dal Movimento, ha scritto un nuovo post bellicoso: "È arrivato il tempo di riprenderci tutto. Le nostre battaglie, i nostri sogni, quel futuro che ci aspetta".
Sulla Consulta, le parole di Calenda non sembrano preoccupare più di tanto le altre opposizioni. L'auspicio - o l'aspettativa - è infatti che, dopo la fallita prova di forza in Aula, il governo apra al dialogo e la questione possa essere risolta nella logica del pacchetto, cioè con un accordo che riguardi sia la sostituzione del giudice che ha già terminato il mandato, sia quelle dei tre in uscita a dicembre. In quel modo, in Aula sarebbe garantita la necessaria maggioranza qualificata. Il rischio per le opposizioni, però, è che il dialogo non si apra e il fronte si sgretoli. In questa ottica, l'uscita di Calenda ha creato qualche timore. Certo è che, in assenza di un accordo trasversale, per eleggere il nuovo giudice Azione dovrebbe votare con la maggioranza. Uno scenario che pochi ritengono plausibile. Ma sulla carta c'è. Al momento, il centrodestra sembra puntare sul consigliere giuridico di Palazzo Chigi Francesco Saverio Marini.
"Non abbiamo detto che lo voteremo - ha spiegato il deputato di Azione Ettore Rosato - ci siamo limitati a sottolineare che non è una figura inadeguata, valuteremo. Ha un profilo meritorio. Ed è evidente che, avendo lavorato sul premierato, per regole interne alla Consulta deve astenersi su eventuali valutazioni in materia. Abbiamo invitato la maggioranza a dialogare con l'opposizione". Quel "valuteremo" non è passato inosservato. Se la maggioranza non apre al dialogo, "come Iv manterremo una posizione netta con le altre opposizioni - ha detto il capogruppo renziano alla Camera, Davide Faraone - augurandoci che il fronte resti compatto".
Mentre il portavoce dei Verdi, Angelo Bonelli, ha ricordato che è stato Calenda ad aver fatto l'Aventino sulla Rai, mentre "noi non l'abbiamo fatto, quindi dovrebbe interrogare più se stesso che noi". Fra centrodestra e centrosinistra il clima resta acceso. Con scontri anche in Aula. "Vi abbiamo fermato ieri e vi fermeremo ancora", ha attaccato la segretaria del Pd Elly Schlein. "Noi siamo per andare avanti, non per fermare il Paese o le istituzioni", le ha risposto il capogruppo di FdI Tommaso Foti.
La partita M5s continua a colpi di post. Che è già una novità, visto che finora era andata avanti a suon di pec e di minacce del fondatore di ricorsi e carte bollate. Il presidente Giuseppe Conte tira dritto con la costituente. Grillo attacca: "Il Movimento 5 Stelle, ricordate? Quello che partiva come un meteorite pronto a spazzare via tutto, a ribaltare i tavoli e a dare una sveglia alla politica come si deve. Un'armata di sognatori, ecologisti col turbo, guerrieri della giustizia sociale e difensori dei cittadini… poi, certo, strada facendo, siamo finiti in quel labirinto magico chiamato governo. Dove, se ti distrai un attimo, ti perdi nei corridoi, inciampi sui tappeti rossi e sbatti la testa contro i candelabri dorati".