Politica

Tajani:'Io tra la gente, non sono ministro parruccone'

Replica alle accuse della sinistra:"Vedo i leader e ci parlo al telefono"

Il ministro Tajani

Redazione Ansa

 "Il Medio Oriente brucia e Tajani va alla Fiera del Tartufo". Ricorre l'anniversario degli attacchi a Israele "e il ministro degli Esteri va alla sagra dell'Uva di Marino". In piena crisi dell'Unifil in Libano "va a Chierasco a riunire il coordinamento di FI". "Il pianeta brucia e Tajani pensa a Forza Italia". Sono solo alcune delle critiche che - nell'arco di pochissimi giorni - sono piovute sul titolare della Farnesina da parte delle forze di opposizione. Tutte "diplomaticamente" ignorate, probabilmente derubricate a schermaglie elettorali. Fino ad oggi. Complice probabilmente il crescente battage mediatico, Tajani ha deciso di replicare fermamente alle accuse.


    Chiudendo a Perugia la Conferenza Nazionale degli enti locali di Forza Italia, il leader azzurro si è concesso una disgressione affrontando la questione. "Mi rifiuto di fare il ministro parruccone che sta chiuso al ministero degli Esteri a fare telefonate che può fare benissimo stando anche in mezzo alla gente spiegando quello che fa il Governo", ha detto.
    "Secondo la sinistra - ha aggiunto - i ministri dovrebbero essere una specie di parrucconi che stanno chiusi al ministero a fare non si sa che cosa. Io faccio i ministro andando in mezzo alla gente a spiegando quello che faccio e che bisogna fare".


    "Se devo parlare con il presidente d'Israele o con qualche mio collega posso farlo anche utilizzando questo strumento", ha proseguito Tajani mostrando il telefono cellulare. "Posso parlare in auto - ha detto ancora - mentre vado a spiegare ai cittadini quello che stiamo facendo e non posso spiegare per telefono. Se vado ad Alba a raccontare cosa stiamo facendo per la pace - ha motivato ancora - credo sia una scelta corretta e coerente con il nostro modo di concepire la politica al servizio dei cittadini e non al servizio del palazzo. Se i consensi crescono per FI è perché stiamo lavorando in questa maniera. Non mi interessa essere il primo contribuente del Parlamento, mi interessa stare in mezzo al popolo italiano che mi ha scelto per fare il ministro della Repubblica. E i viaggi che faccio li faccio solo nell'interesse delle istituzioni e di un partito che è il collegamento con esse". 
   

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