Politica

Meloni: 'L'atteggiamento di Israele è ingiustificabile'. La premier in Libano venerdì

Appello della premier su Fitto. Gli attacchi di Schlein e Conte

Redazione Ansa

 L'atteggiamento dell'esercito israeliano "è del tutto ingiustificato" ma bisogna stare attenti "a non isolare Israele". Alla vigilia del Consiglio europeo, Giorgia Meloni scandisce davanti al Parlamento la condanna espressa domenica nella telefonata con Benjamin Netanyahu dopo gli attacchi al contingente Unifil ma articola con diplomazia l'obiettivo di mediazione che si è posta, anche come presidente del G7. Una strategia in cui è cruciale la missione in programma venerdì in Libano - forse la prima tappa di un tour che potrebbe includere la Giordania - mentre Antonio Tajani sarà in Israele e in Palestina. Non c'è solo Medio Oriente nelle sue comunicazioni, aperte dalla premier con una esortazione al Pd a sostenere Raffaele Fitto come commissario e vicepresidente esecutivo della Commissione, "senza distinguo e tentennamenti", e "anteponendo l'interesse nazionale a quello di partito". Anche perché per l'Italia "è un notevole miglioramento".


Come spiegano fonti di governo, dietro l'appello c'è il sospetto che i dem remino contro Fitto a Strasburgo. E Meloni rivendica che nel 2019, sulla nomina di Paolo Gentiloni, "proprio Fitto, in rappresentanza di FdI, si espresse a favore del candidato italiano e conseguentemente il gruppo di Ecr votò in suo favore". Invitata a "dire una parola definitiva", Elly Schlein è decisamente gelida. "Valuteremo con attenzione le audizioni di tutti i candidati commissari, Fitto compreso", chiarisce la segretaria del Pd, rifiutando la "lezione" di Meloni perché "lei chiamò una piazza contro Gentiloni: a votare a favore fu il vostro capogruppo olandese ma voi, Fitto compreso, votaste contro a tutta la Commissione. Non avete niente da rivendicare, se non la vostra incoerenza".


La premier viene definita "una bulla" da Schlein, "perché alza la voce con Sea Watch ma non con Netanyahu". E fra Camera e Senato sono scintille anche con il M5s. Giuseppe Conte la invita a "togliersi il guscio di Calimero", bocciando Fitto: "È pessimo". "La leggerezza con cui voi del M5s affrontate le crisi internazionali - uno dei contrattacchi di Meloni - è pari solo a quella con cui avete affrontato il bilancio dello Stato quando eravate al governo". Prima del Consiglio dei ministri chiamato a varare la manovra, la leader di FdI rivendica che "questo governo, sulle banche, ha avuto più coraggio della sinistra quando governava". E assicura che "Poste italiane rimarrà in mani italiane, non svendiamo i gioielli di famiglia".


Sono però le crisi geopolitiche il focus delle comunicazioni e del consueto pranzo di lavoro al Quirinale con il presidente Sergio Mattarella e i ministri, alla vigilia del summit di Bruxelles. "Non ci rassegniamo, come pure in molti suggeriscono, all'idea di abbandonare l'Ucraina", mette in chiaro Meloni, ammonendo chi parla di pace in modo generico che bisogna lavorarci "in concreto". E "non è facile". Vale anche per il Medio Oriente. Alle opposizioni che le rinfacciano di non essersi espressa sull'embargo alle armi a Israele, la premier ribatte che dopo il 7 ottobre "la posizione italiana è più restrittiva di Francia, Germania Regno Unito: questi partner continuano a operare anche per le nuove licenze una valutazione caso per caso, noi abbiamo bloccato tutto".


Al Consiglio Ue sarà trattato anche il tema delle migrazioni, approfondito a margine del summit in una "riunione informale" con i leader dei Paesi "più interessati al fenomeno". Nelle stesse ore sono attesi i primi stranieri nel centro di Gjader, secondo il protocollo con l'Albania che, secondo la premier, "è percorribile con altri Stati extra-Ue". E poco le importa se le opposizioni denunciano uno spreco di soldi. "Si configura come danno erariale - replica di Meloni a Piero De Luca, riferendosi però al padre, il governatore campano Vincenzo De Luca - il fatto che un presidente di regione spenda migliaia di euro per comprarsi una pagina di giornale per dirsi da solo quanto è bravo". Fra le altre priorità italiane in chiave Ue, la presidente del Consiglio indica poi "la verifica di possibili strumenti di debito comune", e la necessità di "riaprire" la partita sullo stop alle auto diesel dal 2035. Un altro obiettivo, la dilazione dei tempi del Pnrr, è definito fra le righe, quando Meloni ricorda che "alcune nazioni già stanno chiedendo" di derogare la scadenza del Next Generation Eu.

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