Nel mezzo del rinnovato scontro tra politica e magistratura, il vicepremier Matteo Salvini tiene alte le lance. E chiama la Lega alla mobilitazione contro le "toghe politicizzate".
All'indomani del presidio di parlamentari e ministri leghisti in piazza a Palermo, lo sguardo è rivolto al 20 dicembre. Giorno della sentenza del processo Open Arms, in cui il leader di via Bellerio è accusato di rifiuto di atti d'ufficio e sequestro di persona. Il verdetto si avvicina e Salvini riunisce i vertici del partito per definire la strategia. Nel consiglio federale convocato d'urgenza, di ritorno dal capoluogo siciliano, il processo si intreccia con il caso Albania. Al centro della riunione, "l'attacco all'Italia e agli italiani sferrato da una parte di magistratura politicizzata". "Chi impedisce di difendere i confini mette in pericolo il Paese", scandisce il leader. Che delinea il piano: mozioni nei Comuni "per la difesa dei confini" già nei prossimi giorni, e gazebo in tutta Italia il 14 e 15 dicembre "in vista della sentenza del 20".
Il vicepremier, intanto, infiamma l'attesa, lanciandosi all'attacco dei giudici senza mezzi termini. "Una parte di magistratura fa pesantemente politica di sinistra, c'è qualche giudice che pensa di essere in un centro sociale più che in un tribunale", dichiara. Poi, la provocazione: "se non gli piacciono le leggi sull'immigrazione, si candidino con Rifondazione comunista". Il leader ci tiene a precisare che si riferisce "fortunatamente a una minoranza" della magistratura, "che è più a sinistra di Schlein". Tuttavia, non rinuncia a richiamare l'esigenza di una misura che tocchi la giustizia nel suo complesso: "ci vogliono la separazione delle carriere e un meccanismo che tolga la politica dai tribunali e le correnti dalla magistratura". Insomma, un'offensiva a tutto campo, scagliata sia contro la decisione del tribunale di Roma in merito al trattenimento dei migranti in Albania sia sul caso Open Arms.
"Pm, sinistra e ong mi considerano un sequestratore e per questo mi vogliono in galera", ribadisce il leader. Che tiene il punto: "i confini sono sacri, non si capisce perché, secondo qualche giudice, possono arrivare in Italia cani e porci". Dopo la difesa dell'avvocato Giulia Bongiorno in Aula, è Salvini stesso a rilanciare sui social una carta già giocata in sede processuale. Pubblica il video in cui migranti ed equipaggio di Open Arms nel 2019 esultano, e scrive: "l'attivista Oscar Camps rivela che non festeggiano perché stanno per scendere, sono raggianti 'perché è caduto il ministro Salvini'". "Chi ha sequestrato chi?", si domanda.
Con stilettate a ong, magistratura e centrosinistra, il segretario della Lega comincia a preparare la campagna d'autunno della Lega. Non un presidio unico, dunque, come quello di piazza Politeama in occasione dell'udienza del 18 ottobre, ma una mobilitazione diffusa. Con il partito coinvolto in un lungo e capillare forcing a sostegno del suo leader, resta da capire se possa slittare il congresso regionale della Lombardia inizialmente previsto prima di fine anno. L'ultimo tassello necessario per poi procedere al tanto atteso congresso federale. Così come resta da vedere se l'eurodeputato Roberto Vannacci e i governatori leghisti, assenti al presidio di Palermo, sceglieranno di affrontare in prima linea la mobilitazione.
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