Politica

Meloni: "Pensavano durassimo sei mesi, si sono svegliati sudati"

Sul palco con Salvini e Tajani, "coesi" per la volata a Bucci

Redazione Ansa

   Uno affianco all'altra, in prima fila, per sostenere Marco Bucci e per comunicare anche plasticamente - con sorrisi e ripetuti applausi reciproci - la coesione della maggioranza. Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani arrivano a metà pomeriggio all'auditorium Magazzini del Cotone, al porto antico di Genova, per tirare la volata al candidato governatore del centrodestra.

 

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   I loro interventi partono dalla Liguria e finiscono sulle più attuali questioni di governo: dal protocollo con l'Albania - su cui la premier intende tirare dritto "lavorando giorno e notte" - ai rapporti con la magistratura, fino alle pensioni. "Quando ci siamo insediati tutti dicevano che saremmo durati massimo sei mesi, che sarebbe arrivata la tempesta finanziaria e l'Italia sarebbe andata in default. Poi si sono svegliati sudati - dice Meloni con tempi teatrali -. Oggi, dopo due anni, la nazione viene presa come riferimento da molti analisti". La sinistra? "Lasciamo che guardi dal buco della serratura, noi lavoriamo".

    A lei la sala tributa un'ovazione, ma sul finale il suo intervento viene interrotto dalla protesta di alcuni balneari, con cui al termine del comizio trova un momento di confronto. "Questo entusiasmo mi fa sperare bene e mi rende ottimista sui risultati: fino a qualche settimana fa la sinistra già cantava vittoria" in Liguria, afferma ancora la premier. Che coglie l'occasione per tornare sulla email del sostituto procuratore della Cassazione Marco Patarnello.

   "All'indomani dell'ennesima sentenza con la quale alcuni giudici bocciano il trattenimento dei migranti ai fini del rimpatrio, un giudice manda ad altri una mail nella quale c'è scritto: 'Meloni non ha inchieste giudiziarie e non si muove per interessi personali, ma per visioni politiche. E questo la rende molto più forte e rende molto più pericolosa la sua azione'". Scandisce queste ultime parole bloccando gli applausi della platea. Poi aggiunge: "Ringrazio e confermo". Un passaggio anche sul ministro Alessandro Giuli, finito sotto i riflettori di Report e negli ultimi giorni in un terremoto di indiscrezioni, veleni e polemiche: a sinistra "ce l'hanno con lui per l'apocalittismo difensivo perché in realtà se lo erano inventati loro".

    Meloni, come i suoi vice, stigmatizza duramente chi "ha usato la salute di Bucci per attaccarlo. E' l'uomo migliore che il centrodestra possa vantare". Da parte sua, il candidato governatore scalda gli animi: "E' nostro dover partecipare e avere questo sogno. Io ci ho messo la faccia" anche se "non era la situazione migliore. Il 31 ottobre compio 65 anni e voglio festeggiare da presidente. Ma in maniera molto frugale, da genovese".
    A citare l'ex presidente Giovanni Toti, ci pensa Salvini: "Se siamo qua, è anche grazie alla sua gestione. Non c'è niente da cancellare". Poi, anche il leader della Lega torna sullo scontro con parte della magistratura: "Io mai nella vita penserei di sconfiggere l'avversario coi tribunali, coi giudici, con gli arresti, questo lo lasciamo ai compagni". "Provano a dividerci" ma "ciò che accade al singolo accade a tutti. Non dobbiamo mai sfilacciarci", il messaggio consegnato alla platea. Quasi identico, per una volta, a quello di Tajani che rimarca l'unione di intenti nelle diversità degli alleati di governo. "Non si illudano di possibili divisioni, non ci saranno - rimarca il ministro degli Esteri -, il nostro compito è governare, non è rubarci consensi tra di noi. Il candidato presidente avversario è un uomo di estrema sinistra, non è certamente un moderato".

    Sia lui sia Maurizio Lupi, poi, tributano un ricordo a Silvio Berlusconi, colui "che ha unito" per primo questo centrodestra. Che, a due giorni dal voto, mette da parte frizioni e faide interne e punta a mostrarsi più unito che mai. Perché nella vittoria possibile in Liguria ha iniziato a crederci sul serio.

    Sul palco dei leader debutta anche Stefano Bandecchi che rivolge un ringraziamento collettivo a quanti hanno "permesso ad Alternativa popolare di poter tornare nella famiglia del centrodestra. È un giorno importante per me - ha spiegato il segretario di Ap e sindaco di Terni -, perché riporto Alternativa popolare dove era nata".

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