Politica

Su Report, Giuli, Evola il Sole e il programma della Lega

Ranucci, 'Giuli e il leghista Siri vicini al mondo esoterico'

Redazione Ansa

"Giuli negli anni ha dichiarato di essersi profondamente allontanato dalla destra neonazista.


    Tuttavia ogni tanto nei suoi scritti e discorsi emerge un rigurgito dell' influenza di Julius Evola, filosofo del nazismo, animatore negli anni 30 della Scuola di mistica fascista. Come quando Giuli fa riferimento al sole. Ha sorpreso il suo discorso alla fiera internazionale del libro a Francoforte, quando ha detto che che "dobbiamo riaffermare la centralità del pensiero solare". Non ha sorpreso Report che in passato aveva raccontato come Alessandro Giuli, avesse realizzato nel 2017 il programma culturale della Lega di Salvini premier".

 

Lo dice il conduttore di Report, Sigfrido Ranucci, presentando le inchieste che riguardano il ministro della Cultura dove si torna sulla questione del contributo dell'attuale responsabile della Cultura alla stesura del programma della Lega preparato per le elezioni vinte dal partito nel 2018. "Giuli aveva inviato il programma per l'approvazione ad Armando Siri, ideologo della lega per la flat tax e organizzatore della scuola di partito. Anche Siri vicino al mondo esoterico: con la sua associazione Spazio Pin, aveva promosso post stravaganti dove si vantava di aver fondato il suo partito per i Guerrieri della luce, incontri con l'angelo guida, e aveva cercato di allargare i consensi con chi dialogava con gli alieni" afferma Ranucci che ricorda come il programma di Giuli avesse al centro il simbolo del sole delle alpi, e faceva riferimento, "all' anima di un popolo, come forza immateriale composta dalle ossa calcinate degli avi antichi" e altri riferimenti che "possono essere tranquillamente definiti esoterici e che l'antropologo culturale Vito Teti, possono essere stati presi in prestito da Evola e dalla tradizione nazista. E' questa - si chiede - la cultura di Giuli?". 

 




   

Mostra Futurismo costava 700mila euro, ora 1 milione

"La mostra sul futurismo rifiutata chiavi in mano sarebbe costata 700mila euro. Questa, organizzata dal governo, tra trasporto opere e l'allestimento è già costata oltre 1 milione di euro". Lo dice il conduttore di Report Sigfrido Ranucci chiudendo i servizi di questa sera sul ministero della Cultura dove riassume anche la storia paradigmatica di Alberto Dambruoso: " Storico dell'arte, ha scritto un libro su Boccioni autore futurista. Sente che Sangiuliano vuole fare una mostra sul futurismo e chiede a un giornalista del Tempo, Gabriele Simongini di fargli una recensione nella speranza di attirare l' attenzione del Ministro. Sta di fatto che proprio Simongini e D'ambrosio vengono incaricati di curare la mostra del Futurismo. Poi Sangiuliano ci ripensa e commissaria di fatto i due curatori, inserisce nel comitato scientifico il vignettista osho e crea un comitato organizzatore di cui fa parte Giuli in qualità di direttore del Maxxi che prende tutte le decisioni. Vengono tagliate circa 300 opere su 650, e cominciano le pressioni per inserire le opere di un gallerista romano Russo, amico di Fdi, e del presidente della commissione cultura Federico Mollicone". Di lì nascono poi i primi attriti con Simongini che avverte tutti gli organizzatori della mostra: "chi non si adegua rischia.."

Dipendente Maxxi a Report, Giuli non sapeva gestire un museo

"Francesco Spano era il fedelissimo di Giovanna Melandri. Quando arrivò Giuli fece una giravolta di 360 gradi e diventò l'uomo di fiducia di Giuli, anzi la sua eminenza grigia dentro al Maxxi. Era Spano che decideva tutto. Perché Giuli gli ha dato tutto questo spazio? Perché non sapeva come gestire un museo. Nel discorso che fece a noi dipendenti quando arrivò disse: sono qui per imparare". Lo dice una dipendente del Maxxi intervistata da Report dove aggiunge: "Saranno almeno 6 anni che il compagno di Spano riceve dal Maxxi l'incarico come consulente legale del museo". E alla domanda se da quando Spano era tornato fosse stata dichiarata questa potenziale incompatibilità, la dipendente risponde: "Che io sappia no". L'autore dell'inchiesta, Giorgio Mottola, quindi ricorda: "nel 2017 Quando Spano si dimette dall'ufficio antidiscriminazione va a lavorare per la Human Foundation, fondazione di Giovanna Melandri. L'anno dopo la Human Foundation offre un incarico di consulenza legale anche all'avvocato di Spano, Marco Caranabuci. Che nel medesimo periodo ottiene una nomina a consulente legale anche dal Maxxi, allora presieduto da Giovanna Melandri. Caranabuci fino ad oggi ha sempre ottenuto il rinnovo della consulenza legale da parte del Maxxi anche quando nel 2022 Francesco Spano, è stato richiamato a fare il segretario del Museo durante la presidenza di Giuli".

Maxxi rinuncia a progetto Cure, sì a Vittoriale

Non solo il calo delle entrate per i biglietti venduti dal Maxxi: "Tutte le risorse finanziarie che il Maxxi ha perso con la diminuzione di biglietti venduti e il dileguarsi degli sponsor sono state infatti ripianate con i soldi pubblici dal ministero della Cultura. E proprio la gestione dei fondi statali rappresenta la parte più discussa della presidenza Giuli". E' uno dei temi affrontati da Report che nell'inchiesta che ruota attorno al Mic si occupa anche del museo delle Arti del XXI secolo diretto da Giuli prima che diventasse ministro. Quando Giuli è arrivato al Maxxi, afferma Report, "si è ritrovato con in cassa un finanziamento da oltre 2,5 milioni di euro del Ministero delle imprese per un progetto di rigenerazione urbana denominato Cure, che vedeva la collaborazione del museo con l'università Sapienza e il centro di ricerca della Sony" . Progetto che però, afferma Vittorio Loreto, direttore di Sony computer Sciences lab - Università La Sapienza, interpellato da Report, "non è mai partito perché il Maxxi a un certo punto ha deciso di non partecipare più al progetto". Il ministro su questo si rifiuta di spiegare o di smentire: "No, io non devo smentire nessuno. Portatemi le carte. Aspetto le vostre carte, grazie" dice all'autore dell'inchiesta Giorgio Mottola che invece mostra in trasmissione la carta del Ministero delle imprese "che ci conferma il mancato finanziamento del progetto Cure a causa del rifiuto del Maxxi". "Ma mentre rimandava indietro i soldi già stanziati per un'operazione così innovativa - aggiunge Mottola - Giuli decideva di far partecipare il Museo a un altro bando del ministero delle Imprese per le Tecnologie 5g con un progetto basato sulla realtà aumentata che attraverso visori ottici avrebbe consentito ai visitatori del Maxxi, da statuto specializzato esclusivamente sull'arte degli anni 2000, di esplorare da remoto le stanze del Vittoriale, la casa museo di Gabriele D'Annunzio, il poeta inizialmente osannato come Vate dal fascismo e da Mussolini". Si tratta, si ricorda, del progetto, Connessioni Culturali che " ha ricevuto in finanziamento pubblico di 2 milioni di euro ed è stato aperto al pubblico al Maxxi per soli 5 giorni".

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