Politica

Manovra: Ance, rischio effetti negativi su edilizia e Pil

Al via le audizioni, tra le modifiche dei partiti e le richieste dei sindacati

Redazione Ansa

L'Ance esprime "forte preoccupazione per gli effetti negativi che la Legge di bilancio rischia di avere sul settore delle costruzioni e quindi sulla crescita italiana". Lo ha detto la presidente dell'Ance Federica Brancaccio in audizione sulla manovra, sottolineando che "fermare l'edilizia significa fermare il Paese". Una "fortissima preoccupazione" dell'Ance riguarda in particolare l'assenza della proroga al 2025 delle misure relative al caro materiali per i lavori pubblici in corso di realizzazione: secondo le stime dell'Ance, infatti, sono a rischio più di 10 miliardi di investimenti nel 2025. "Un pericolo 'blocco cantieri' di cui il governo non ha tenuto conto nelle sue stime e che rischia di azzerare la crescita prevista nel 2025 e di determinare un taglio delle rate del Pnrr".

LA DIRETTA

 

 

 

Confcommercio, 'l'economia rallenta, Pil 2024 non oltre +0,8%'

"La congiuntura economica appare in forte rallentamento. Gli ultimi dati, sebbene ancora provvisori, suggeriscono la presenza di diffusi elementi di fragilità, in particolare nel funzionamento del circuito redditi-fiducia-consumi. La nostra previsione per la chiusura del 2024 è di un Pil in crescita non oltre lo 0,8%, con rischi orientati al ribasso". E' quanto osservato dal segretario generale di Confcommercio-Imprese per l'Italia, Luigi Taranto, in occasione dell'audizione sulla manovra alle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato. "E - ha aggiunto - l'indebolimento della prospettiva di crescita rende più arduo il raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica fissati per il 2026".

"Il tratto distintivo della manovra è la scelta di rendere strutturali, a partire dal primo gennaio 2025, l'accorpamento delle aliquote Irpef in tre scaglioni e gli effetti delle misure di riduzione del carico fiscale sui lavoratori dipendenti. Resta, però, la necessità di perseguire, anche con il supporto degli esiti del concordato preventivo biennale, la riduzione dal 35% al 33% della seconda aliquota Irpef, nonché l'innalzamento del corrispondente scaglione di reddito da 50.000 a 60.000 euro", ha sottolineato Taranto. Inoltre, "è urgente, sul versante dei redditi d'impresa, dare attuazione ai principi della delega di riforma del sistema fiscale in materia di Irpef (per imprenditori individuali e soci d'impresa) ed Ires premiali per favorire il reinvestimento degli utili in azienda e nuovi investimenti a sostegno dell'innovazione", ha proseguito. "Bene - ha osservato ancora il segretario generale di Confcommercio - gli interventi in materia di detassazione dei premi di produttività e dei fringe benefits, nonché la conferma della super-deduzione del costo del lavoro per le assunzioni a tempo indeterminato. L'auspicio è che queste misure incentivanti, previste per il triennio 2025-2027, diventino, anch'esse, strutturali". Quanto al rifinanziamento del credito d'imposta per la Zes unica Sud, "si segnala la necessità di rafforzare lo stanziamento per il 2025, nonché di specializzare l'intervento a supporto degli investimenti delle Pmi, riservando, invece, agli investimenti di grandi dimensioni strumenti incentivanti più coerenti con tali operazioni, come i contratti di sviluppo e i contratti d'area", ha evidenziato Taranto, auspicando anche "un rafforzamento degli stanziamenti a sostegno degli investimenti per l'offerta turistica, anche con obiettivi di destagionalizzazione, digitalizzazione e sostenibilità. Servono, inoltre, strumenti specifici (detrazioni fiscali) per incentivare i consumi culturali".

Migrantes, ridotta l'attenzione all'edilizia sociale

"E' positiva nel piano casa la distinzione tra edilizia residenziale pubblica ed edilizia sociale anche se insignificante per il 2025 e azzerata per gli anni 2026 e 2027, riducendo così l'attenzione ai senza dimora e ai migranti che chiedono i ricongiungimenti familiari, ai detenuti e alle giovani coppie". Lo ha detto il direttore della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo audito dalla Commissione Bilancio della Camera, in vista dell'approvazione della manovra. "Preoccupano poi l'indebolimento per la spesa per gli enti territoriali e la non definizione del fondo per le calamità naturali alla luce degli eventi di quest'ultimo anno che hanno interessato soprattutto le aree interne", conclude la nota.

Forum del Terzo Settore: 'Senza risposte soddisfacenti'

"Non ci sono risposte soddisfacenti nella manovra di bilancio, anzi il welfare si indebolisce ulteriormente", ha detto la portavoce del Forum del Terzo Settore Vanessa Pallucchi, durante la sua audizione davanti alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato, chiedendo il mantenimento del regime di esclusione Iva per consentire la sostenibilità delle attività sociali. "Povertà e disuguaglianze crescenti, sanità pubblica inadeguata, disagio giovanile, crisi climatica: sono tutte priorità del nostro Paese che - ha sottolineato - questa Legge di Bilancio non sta affrontando. Se da una parte è prevista una misura di sostegno al reddito del ceto medio, dall'altro si riducono i servizi ai cittadini, anche attraverso i tagli a ministeri, Regioni e Comuni. Mentre crescono le spese in armi, lo strumento principale di contrasto alla povertà, l'assegno di Inclusione, diventa sempre più insufficiente di fronte all'emergenza in corso. Il sistema di welfare nel Paese si sta indebolendo ulteriormente, ma interventi per evitare questo processo erano e sono ancora possibili, nonostante la ristretta disponibilità di risorse".

Secondo la portavoce, il testo "non contiene alcuna misura specifica per il Terzo settore che andrebbe maggiormente coinvolto nella definizione delle politiche pubbliche e sostenuto per contribuire alla tenuta del tessuto sociale e a uno sviluppo sostenibile. Chiediamo, tra le altre cose, che in Legge di Bilancio si intervenga a favore del non profit per mantenere il regime di esclusione Iva e per eliminare l'Irap. Nel primo caso, il Terzo settore sembra essere equiparato alle imprese for profit con l'obbligo di apertura della partita Iva, nel secondo subisce una pressione ancora più onerosa di quella che ricade su enti e società commerciali". Pallucchi ha, infine, chiesto "maggiori risorse nella cooperazione allo sviluppo, nel servizio civile, nei fondi per l'attuazione delle riforme sulla disabilità e non autosufficienza".

Caritas in audizione Bilancio: 'Stranieri discriminati'

"Proponiamo di indirizzare le risorse della Carta dedicata a te verso chi sta peggio: la Carta era nata con l'intento di essere una misura temporanea ed emergenziale per far fronte all'inflazione, in questa fase in cui la fiammata inflazionistica si è spenta, riteniamo quanto meno contraddittorio riproporre una misura nel disegno che aveva allora, tanto più che quel disegno presentava delle forti criticità rispetto al fatto che ad esempio, fosse una misura una tantum, vincolata all'utilizzo e non teneva conto del differente potere di acquisto nelle diverse aree del nostro Paese, era inoltre rivolta a una categoria specifica di famiglie non necessariamente quelle che versavano nelle condizioni peggiori nel nostro Paese". E' quanto ha affermato Nunzia De Capite, audita dalla Commissione Bilancio della Camera, in rappresentanza di Caritas italiana.

"Caritas italiana - ha spiegato - propone, senza aumenti di risorse, di reindirizzare quelle risorse verso chi sta peggio, in particolare verso i nuclei familiari senza figli minori che ci risultano essere la fascia di popolazione maggiormente colpita dal passaggio dal RdC all'assegno di inclusione, si potrebbe individuare una fascia con Isee di 6mila euro".

"Il secondo punto - ha proseguito - riguarda la discriminazione della popolazione extra Ue straniera in modo particolare dalla disciplina che regola le detrazioni fiscali per figli a carico, l'attuale previsione contenuta in Legge di bilancio modifica la normativa vigente ed escluderebbe dal computo delle detrazioni fiscali i figli non residenti all'estero, si tratta di una previsione in contraddizione con il diritto dell'Unione". "Il secondo tema di discriminazione per la popolazione straniera - ha aggiunto - riguarda l'introduzione del bonus nuove nascite che non è esteso ai titolari di protezione internazionale, anche qui si va contro direttive europee.

L'ultima discriminazione per gli stranieri riguarda poi la modifica del contributo unificato per le controversie in materie di accertamento della cittadinanza italiana che viene portato da 518 a 600 euro ed è dovuto da tutte le parti richiedenti anche se la richiesta viene fatta nel medesimo giudizio anche qui scoraggiando il ricorso alla giustizia. Infine, sottolineiamo grande preoccupazione rispetto al tema degli aiuti pubblici allo sviluppo che tra le previsioni della legge finanziaria 2023 e l'attuale vede una complessiva riduzione di circa 32 milioni, riteniamo invece che l'Italia debba rispettare l'impegno di stanziare lo 0,7 per cento del Reddito nazionale lordo per gli aiuti allo Sviluppo con un fondo dedicato", conclude la Caritas.

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