Politica

Mattarella: 'Un pensiero a chi ha donato la vita per la pace'

Il presidente: 'Le missioni internazionali costruiscono ponti di dialogo'. Meloni: 'Omaggio ai caduti di Nassiriya, l'Italia non dimentica'

Redazione Ansa

Ventuno anni fa un camion cisterna blu carico di tritolo entra nella base Maestrale in Iraq, presidiata da esercito e carabinieri, e da allora l'Italia riscoprì il costo della guerra sulla propria pelle. Nassiriya, la città che dal 12 novembre 2003 lega indissolubilmente il suo nome al nostro Paese, è il luogo dell'attentato in cui morirono ventotto persone, tra cui diciassette militari, un cooperatore internazionale e un regista italiani.

"Il ritorno di conflitti su larga scala e il crescere di tensioni che minacciano la sicurezza collettiva, sottolineano il ruolo delle missioni internazionali per costruire ponti di dialogo e arginare la violenza. La Repubblica Italiana, con i suoi uomini e donne impegnati nei territori più travagliati, offre un contributo di inestimabile valore per riportare speranza e pace tra i popoli. A quanti, operando in aree di crisi, mettono a rischio la propria vita in difesa della pace e dei diritti umani, va la riconoscenza del Paese". Lo afferma il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione dell'anniversario di Nassiriya.

'Nella Giornata del Ricordo dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace, il pensiero va a coloro che, animati da profondo senso del dovere, dedizione e coraggio, hanno donato la propria vita per l'Italia e per i valori della pace e della cooperazione internazionale. A ventun anni dal tragico attentato di Nassiriya, rinnoviamo la memoria dei diciannove italiani che persero la vita in quell'orribile atto di violenza, insieme agli iracheni che condivisero il medesimo tragico destino, e con loro, quella di tutti i caduti nelle missioni internazionali'.Lo afferma il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

 "Nella Giornata del ricordo dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace, l'Italia rende omaggio ai 19 italiani che 21 anni fa, il 12 novembre 2003, rimasero uccisi nella strage di Nassiriya. Un tremendo attentato che rimarrà sempre scolpito nella nostra mente". Lo scrive sui social la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
    "In questo giorno di ricordo e commozione, la nostra riconoscenza va a quanti hanno sacrificato la vita nell'adempimento del proprio dovere, unitamente al ringraziamento di tutto il governo italiano, mio in primis, alle donne e agli uomini delle Forze Armate che, impegnati anche nelle aree più difficili, operano ogni giorno per la costruzione della pace con dedizione, profondo senso di umanità e amore per la Patria. L'Italia non dimentica".

La strage di Nassiriya il 12 novembre 2003

Il 12 novembre 2003 in Iraq, in un attacco alla base Maestrale a Nassiriya, morirono 19 italiani (12 carabinieri, 5 soldati e due civili). La missione militare era iniziata pochi mesi prima, a giugno. A provocare la strage, un camion imbottito di esplosivo lanciato a tutta velocità contro la palazzina di tre piani che ospitava i carabinieri della Msu (Multinational specialized unit). Il camion ha forzato il posto di blocco all'entrata della base, situata nella vecchia sede della Camera di commercio locale: gli occupanti hanno aperto il fuoco contro i militari a guardia dell' ingresso, che hanno risposto al fuoco senza però riuscire a fermare il mezzo.

    Travolte anche le barriere passive (reti e fili spinati) poste a difesa della struttura. Si e' parlato di quattro kamikaze e di 150-300 chili di esplosivo usati nell'azione. L'esplosione ha sventrato gran parte dell'edificio, posto sulle rive del fiume Eufrate e danneggiato una seconda palazzina dove aveva sede il comando. Nel cortile molti mezzi militari hanno preso fuoco. In fiamme anche il deposito delle munizioni.

    Sotto le macerie sono rimasti 12 carabinieri della Msu (Enzo Fregosi, Giovanni Cavallaro, Alfonso Trincone, Alfio Ragazzi, Massimiliano Bruno, Daniele Ghione, Filippo Merlino, Giuseppe Coletta, Ivan Ghitti, Domenico Intravaia, Horatio Maiorana, Andrea Filippa); cinque uomini dell' esercito (Massimo Ficuciello, Silvio Olla, Emanuele Ferraro, Alessandro Carrisi e Pietro Petrucci); due civili, il regista Stefano Rolla, che stava facendo un sopralluogo per un film sulle missioni di pace e l' operatore della cooperazione internazionale Marco Beci.

   

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