(ANSA) - ROMA, 15 NOV - "L'immagine del Presidente della
Repubblica come arbitro l'ho usata anche io, e ho detto che
anche i giocatori devono aiutarlo nell'applicazione delle
regole, la pluralità nell'aspetto delle regole è fondamentale".
Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a
Roma, all'evento "25 anni di Osservatorio Permanente
Giovani-Editori".
"Essere arbitro - ha aggiunto - significa sollecitare al
rispetto delle regole tutti gli altri organi costituzionali
dello Stato e significa ricordare a tutti i limiti delle proprie
attribuzioni e delle sfere in cui operano. Vale per il potere
esecutivo, legislativo, giudiziario. Ciascun potere e organo
dello Stato - ha sottolineato - deve sapere che ha limiti che
deve rispettare perché le funzioni di ciascuno non sono
fortilizi contrapposti per strappare potere l'uno all'altro, ma
elementi della Costituzione chiamati a collaborare, ciascuno con
il suo compito e rispettando quello altrui. E' il principio del
check and balance".
Mattarella, parlando del suo ruolo e delle regole che esso
comporta, ha quindi rivelato: "sì, ho adottato decisioni che non
condivido, è capitato più volte: il presidente promulga leggi ed
emana decreti, ma ha delle regole che deve rispettare. Più volte
ho promulgato leggi che non condivido, che ritenevo sbagliate e
inopportune, ma erano state votate dal Parlamento e io ho il
dovere di promulgare a meno che non siano evidenti
incostituzionalità. In quel caso ho il dovere di non promulgare,
ma devono essere evidenti, un solo dubbio non mi autorizza a non
promulgare", ha concluso. (ANSA).
Mattarella, io arbitro ma i giocatori mi devono aiutare
E avverte: "poteri dello Stato non sono fortilizi contrapposti"