Via libera della Camera al decreto flussi, un provvedimento dal perimetro molto ampio che passa all'esame del Senato dal 3 al 5 dicembre. Quando dovrebbe passare con la fiducia, come nel caso di Montecitorio. Nel dl sono confluiti, sotto forma di emendamenti, l'elenco dei Paesi sicuri d'origine (tra cui Bangladesh, Egitto e Marocco) ed altre proposte normative che hanno destato un vespaio di polemiche da parte dell'opposizione.
Tra queste, il trasferimento delle competenze dei trattenimenti dei migranti alle Corti d'Appello, "l'emendamento Musk" come lo ha etichettato il centrosinistra. Si stabilisce che per i "procedimenti" di "convalida" del "trattenimento" o di "proroga del trattenimento" del migrante che richiede la "protezione internazionale" sia competente la Corte d'Appello in composizione monocratica. E non più la sezione specializzata in materia di immigrazione del Tribunale alla quale resta invece la competenza per le controversie "aventi ad oggetto l'impugnazione dei provvedimenti" per il "mancato riconoscimento dei presupposti per la protezione speciale".
Ma, grazie ad un aggiustamento in corsa, le Corti di Appello avranno un mese di tempo in più per organizzarsi. Ancora. Si prevede che i contratti pubblici per la cessione di mezzi e materiali a paesi terzi, fatti per rafforzare il controllo delle frontiere e dei flussi migratori, e per le attività di ricerca e soccorso in mare siano secretati. Secondo il deputato di Avs Filiberto Zaratti, che ha dato battaglia in commissione, questo "vuol dire che non sapremo più nulla sugli affari con le autorità libiche o albanesi". Via libera, con l'ok al provvedimento, anche alla stretta sui ricongiungimenti, contenuta in due emendamenti della Lega: "I richiedenti dovranno risiedere nel nostro Paese non più solo per un anno, ma almeno per due anni consecutivi", esultano i leghisti. Mentre il Pd punta il dito contro la "logica di criminalizzazione degli stranieri" per una "partita tutta interna alla maggioranza su chi è più cattivo".
Nel testo si mette nero su bianco l'obbligo per i velivoli "privati" che, "partendo o atterrando nel territorio italiano, effettuano attività non occasionale di ricerca per il soccorso marittimo, di informare di ogni situazione di emergenza in mare" tra gli altri l'ente dei servizi del traffico aereo competente e il centro nazionale di coordinamento del soccorso marittimo. Il pilota dovrà attenersi alle indicazioni del centro, pena sanzioni amministrative in caso di violazione. "Si darà un altro colpo ai trafficanti di esseri umani e si renderanno più agevoli i rimpatri di chi ha oltrepassato i confini commettendo un reato", rivendica Fabio Rampelli di FdI. Più tiepida Forza Italia.
"Il testo che votiamo oggi è diventato una specie di matriosca, un decreto dentro un decreto. Poteva andare meglio certo, ma siamo figli di una cultura che guarda il bicchiere mezzo pieno", ha detto in dichiarazione di voto l'azzurro Paolo Emilio Russo. Il quale ha ottenuto il via libera ad un suo odg che punta a regolare, anche in accordo con l'Autorità garante, l'accesso alle informazioni contenute nei dispositivi elettronici dei migranti, per tutelarne la "privacy". Il dl infatti, tra le altre cose, autorizza le forze di polizia ad accedere agli smartphone delle persone trattenute nei Cpr o richiedenti asilo in caso non collaborino all'identificazione.
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