Politica

Grillo vuole il simbolo del M5s e un nuovo Movimento

Fa il "funerale" al partito di Conte. L'ex premier: "Non ci calpesterà"

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Redazione Ansa

Beppe Grillo torna a parlare dopo giorni di silenzio. E lo fa con un video tanto ironico quanto battagliero. Il fondatore lascia intendere che sul contrassegno del M5s è pronto alla guerra legale. Invita l'attuale gruppo dirigente a "farsi un altro simbolo", ma non solo.

Con la sua nota cripticità, il garante ribadisce l'impegno per dare al Movimento "un decorso altro e meraviglioso". "Ho un'idea che vi svelerò, non finisce qui", è l'avvertimento contenuto nel messaggio tanto atteso. Che gioca su un ossimoro. Il funerale, da una parte, e l'Inno alla gioia dall'altra.

Grillo siede alla guida di un carro funebre e dentro ci mette simbolicamente il Movimento: "è stramorto", "disintegrato" da Giuseppe Conte, dice. In sottofondo, però, suona la nona sinfonia di Beethoven. "Il M5s è compostabile, l'humus che c'è dentro non è morto e noi siamo qui", è la frase che nel suo inner circle viene letta come un invito alla battaglia per un "nuovo progetto". Sullo sfondo, c'è lo spettro di una scissione. Ma per mosse e contromosse, bisognerà attendere il voto degli iscritti al M5s. Che dal 5 all'8 dicembre torneranno a esprimersi proprio sull'eliminazione del ruolo del garante. Grillo mantiene l'ambiguità. "Andate a votare, sennò andate per funghi", dichiara richiamando lo slogan degli astensionisti a lui vicini.

"Questa comunità non si fa calpestare, non vuole andare per funghi", è la replica del presidente Conte. È un nuovo capitolo dello scontro frontale tra garante e presidente in corso da mesi. E, di certo, non l'ultimo. Grillo, nel suo videomessaggio, non risparmia l'invettiva. Definisce Conte "il mago di Oz", responsabile della distruzione dei valori pentastellati. All'identità del M5s creato con Casaleggio, Grillo contrappone Conte e "un partitino progressista, con metodi da Dc".

Video Grillo: 'I valori del M5S sono scomparsi, sono stati traditi'

 

Per il garante,l'ex premier "ha una leggera psicosi, soffre di questa sindrome ripetitiva e compulsiva di proiezione a specchio". Ma l'affondo è sulla sua estromissione dall'azione politica del Movimento. "Ho mandato una cinquantina di progetti ma Conte non si fa trovare", racconta Grillo. Netta la risposta del presidente. "Molte delle proposte menzionate - ribatte - sono già tradotte in proposte di legge, dispiace che si sia messo ai margini e si dimostri disinformato".

Ma l'irritazione di Campo Marzio diventa massima quando il fondatore si rivolge alla comunità. "Siete diventati un partito di gente che segue il mago di Oz, non vi conosco neanche più, quando venivo in ufficio non c'era nessuno", è la frase di Grillo che non va proprio giù ai vertici. Che reagiscono: "così dileggia la comunità, lui è venuto una sola volta in sede e ha incontrato 60 parlamentari". Semmai, scandiscono le stesse fonti di Campo Marzio, "ci chiediamo perché si sia rifugiato all'Hotel Forum e con il suo caminetto abbia lavorato contro il Movimento".

Il riferimento è alla tela tessuta da Grillo negli ultimi mesi. Quando il garante ha provato a stringere il 'suo' cerchio. Uno sforzo ancora in corso, volto sia alla battaglia sul voto che alle strategie per il 'post'. Con il fondatore ci sono sia Raggi che Toninelli, tra i big, ma anche diversi ex parlamentari. Dalle fila grilline viene con forza l'invito all'astensione, per sabotare il quorum e così lasciare in sella il garante. "In quel caso sarebbe Conte a doversi fare da parte", è il refrain. Il fondatore intanto continua a sminuire il processo costituente: "ha votato meno della metà degli iscritti, in una votazione di 20 quesiti per coprirne tre".

Poi rimane sospeso tra disinteresse ("ho già perso") e fiducia ("sono ottimista"). "Fa la vittima e mette le mani avanti, è un Grillo preoccupato", è il ragionamento a Campo Marzio. I più vicini al garante, però, non sembrano impensieriti. Alcuni danno per scontata una scissione in caso di affermazione della linea contiana ai voti. Sulle modalità, però, nessuno si sbilancia. "Farà qualcosa", è l'opinione di chi ormai crede che sia possibile ripartire da un simbolo, "che è di Grillo al 100%". "Un bluff", invece, per i vertici pentastellati. Tra questi, il notaio Alfonso Colucci avvisa: "siamo tranquilli, un'azione legale sul simbolo sarebbe temeraria e comporterebbe il pagamento delle spese".

Video Conte: questa comunita' non si lascia calpestare

 



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