Ha voglia la segretaria del Pd Elly Schlein a dire "non perdiamo tempo nelle polemiche con gli altri, neanche quando ci chiamano direttamente in causa".
Perché prima di arrivare all'assemblea del partito, tutti hanno letto l'intervista a La Stampa di Chiara Appendino. La deputata M5s ha detto che il Pd "ha tradito i valori progressisti", usando tra l'altro argomenti cari a Giuseppe Conte, come i voti dei dem alla commissione Ue e alla legge Salva-Milano. E quindi, di riffa o di raffa, dall'evento Pd le risposte al M5s arrivano eccome. Anche da Schlein: "Non possiamo passare quest'anno a fare ognuno gli affari propri - dice - e rinviare alla vigilia delle prossime politiche un lavoro di costruzione di un'alternativa che dobbiamo alla nostra gente".
Il dialogo, anzi lo scontro, è a distanza. Con Appendino che attacca di nuovo Schlein: "Oltre a invocare unità e a dirsi testardamente unitari, bisogna essere testardamente coerenti". E con Conte che, dalla festa di Fdi, Atreju, sottolinea: "Non saremo mai il cespuglio o lo junior partner di nessuno. Non siamo per fare alleanze strutturali con il Pd perché snaturerebbe le nostre battaglie". Il capogruppo Pd al Senato, Francesco Boccia, allarga le braccia: "E' molto difficile costruire una convivenza tra identità diverse, ma noi restiamo testardamente unitari, l'avversario è la destra". E la senatrice dem Simona Malpezzi: "I tatticismi, i distinguo esasperati, i veti non portano bene. Come non porta bene dare le patenti".
C'è un altro argomento. Fra gli esponenti Pd se ne parla per accenni. La questione non infiamma, lo scetticismo impera. Ma il tema c'è: il federatore del centro. E, soprattutto, l'ipotesi che possa esserlo l'ormai ex direttore dell'Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini. "Sicuramente c'è un interesse della democrazia italiana che nasca una forza che va in questa direzione", dice il deputato Pd Andrea Orlando, anche per "mettere in evidenza quanto Forza Italia sia molto a destra".
Boccia allarga di nuovo le braccia: Serve un federatore? "Serve vincere le elezioni, serve essere credibili. E si è credibili quando la società ti riconosce un ruolo". Da Atreju, Conte non perde l'occasione: "La sensazione è quella di una operazione nata a tavolino dal Pd, che pensa a costruirsi dei corollari, è brutto dire cespuglietti".
Intanto, dall'assemblea Pd, Schlein continua a lanciare appelli. "I risultati delle ultime regionali ci caricano di grande responsabilità. C'è una tendenza, l'inizio di un nuovo ciclo", ma non bisogna "rinchiudersi in comode ridotte autoreferenziali". L'avversario è la destra. "Ad Atreju va in scena il favoloso mondo di AMeloni", attacca (riattaccata in serata da Fdi che le rinfaccia come il suo "mondo patinato sia crollato"). E poi giù sulla manovra: "Mentre con una mano aumentano gli stipendi ai ministri, con l'altra bloccano il salario minimo". Il Pd è il primo partito delle opposizioni.
Spetta a Schlein il ruolo di unire le forze alternative alla destra. La strada è in salita, è consapevole Schlein, che confida "ostinatamente" che le posizioni dei 5 stelle si possano smussare. Magari non all'ultimo minuto prima delle elezioni. La leader dem conia anche il nome della possibile coalizione, "alleanza progressista". Poi rivendica la continuità con l'Ulivo di Prodi. L'obiettivo è scontato: "Siamo un grande partito popolare, mettiamoci al lavoro per costruire con la società un'alternativa a questo governo, ci siamo. Torneremo al governo del Paese". (ANSA).