Salta l'equiparazione dei compensi dei ministri e sottosegretari non parlamentari a quelli dei colleghi eletti. Lo prevede un emendamento riformulato dei relatori alla manovra, che riscrive la norma, prevedendo per i ministri e sottosegretari non parlamentari e non residenti a Roma solo il "diritto al rimborso delle spese di trasferta per l'espletamento delle proprie funzioni".
A questo fine è istituito presso la Presidenza del consiglio dei ministri un Fondo con una dotazione di 500.000 euro annui dal 2025. Le risorse sono destinate alle Amministrazioni interessate con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'economia.
A chiedere di ritirare l'emendamento sull'aumento dei compensi è stato ieri per primo il ministro della Difesa Guido Crosetto che, pur difendendo nel merito la proposta, allo scopo di "evitare inutili polemiche" ha annunciato di essere pronto a sostenere il passo indietro.
Un passo che potrebbe aiutare a facilitare l'andamento dei lavori in commissione Bilancio alla Camera. Ufficialmente la manovra è prevista in Aula alla Camera domani. Uno slittamento rispetto alle intenzioni iniziali ma comunque un punto fisso che consentirebbe il via libera alla legge di bilancio entro venerdì da parte di Montecitorio, con tanto di fiducia e ancora lascerebbe aperta la possibilità di incassare il sì definitivo del Parlamento entro Natale.
Ma la scelta in conferenza dei capigruppo avviene a maggioranza e porta alla luce una spaccatura con le opposizioni, rischiando di complicare ulteriormente il cronoprogramma. Altro caos dunque dopo un week end già segnato da slittamenti e tensioni e alla vigilia di una maratona notturna che la maggioranza spera di chiudere in mattinata, con il mandato al relatore prima delle comunicazioni della premier in vista del Consiglio europeo. Ma che le opposizioni potrebbero ostacolare con l'ostruzionismo. Una situazione tanto complessa da indurre dunque Crosetto a chiedere, per far calmare le acque, ai relatori di ritirate l'emendamento che equipara gli stipendi dei ministri non parlamentari a quelli parlamentari.
Nella notte sono stati approvati numerosi altri emendamenti. Fra i più rilevanti, il via libera ad un fondo per il servizio di sostegno psicologico in favore delle studentesse e degli studenti nelle scuole, con una dotazione di 10 milioni per il 2025 e 18,5 milioni a decorrere dal 2026; aumento di 5 punti, dal 25 al 30%, del limite di detassazione delle mance che il personale che lavora nei bar o nei ristoranti riceve dai clienti; istituito un fondo per incentivi alla realizzazione di screening oncologici e cardiovascolari e per la dotazione di defibrillatori nei luoghi di lavoro; via libera a un fondo per lo sblocco della retribuzione del tirocinio per specializzandi di area sanitaria (veterinari, psicologi, biologi, farmacisti, odontoiatri, chimici e fisici).
E' stato approvato anche un emendamento della Lega che introduce un bonus per l'acquisto di elettrodomestici ad elevata efficienza energetica per sostituire apparecchi obsoleti. Il contributo può corrispondere al massimo al 30% del costo dell'elettrodomestico e in misura non superiore a 100 euro per apparecchio, elevati a
200 se l'Isee del nucleo familiare dell'acquirente è sotto i 25mila euro. Arriva poi un Fondo per il contrasto del reclutamento illegale della manodopera straniera, istituito presso il Mef e con una dotazione di 0,5 milioni per ciascuno degli anni 2026 e 2027.
Sì anche al fondo per il sostegno delle imprese ex Ilva. E' saltato invece l'incremento dell'1,8% per il 2025 delle tariffe autostradali corrispondente all'indice di inflazione programmato nel Piano strutturale di bilancio 2025-2029, previsto in un emendamento dei relatori alla manovra. Il governo ha dato, infatti, parere di invito al ritiro.
A sera tra gli emendamenti approvati si contavano tante altre micronorme, dalle risorse per lo sport alle detrazioni per i cani dei non vedenti. Per la sanità arrivano la proroga dei requisiti per i fabbisogni standard, risorse per il registro tumori, fondi ai policlinici per la ricerca. Viene invece respinto l'emendamento unitario delle opposizioni, firmato da tutti i leader, in cui si chiedono tra l'altro più fondi per il finanziamento del Sistema sanitario nazionale. La segretaria Dem Elly Schlein arriva personalmente in commissione, come fatto nei giorni scorsi dal leader M5s Giuseppe Conte: "Aumentare il fabbisogno sanitario standard con 5,5 miliardi l'anno per il prossimo triennio", "rappresenterebbe una inversione di tendenza", dice per poi tornare all'attacco sulla norma sugli stipendi dei ministri. Avs denuncia anche il tentato blitz della lobby venatoria.
Ottiene invece l'ok all'unanimità la riformulazione di un emendamento dell'opposizione che rifinanzia di un ulteriore milione di euro l'anno dal 2025, il reddito di libertà "per garantire l'effettiva indipendenza economica e l'emancipazione delle donne vittime di violenza". "Un piccolo passo in avanti per garantire l'effettiva indipendenza economica e l'emancipazione delle donne vittime di violenza", commenta la deputata di Italia Viva Maria Elena Boschi, prima firmataria della proposta di modifica. Tra gli emendamenti dei relatori spunta anche un fondo al Mef per misure in favore degli enti locali e per micro-interventi da ripartire sulla base di uno specifico atto di indirizzo delle Camere. A fine giornata intanto i grandi temi sono ancora lontani dal vedere la luce e ancora si attendono alcune riformulazioni, compresa quella sulla discussa norma sui revisori del Mef nelle società che ricevono contributi dello Stato.
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