I Provita annunciano per il prossimo anno barricate nelle scuole contro l'educazione gender. Il motivo della sollevazione è l'approvazione di un emendamento alla manovra a firma di Riccardo Magi di +Europa che prevede un fondo da mezzo milione di euro per il prossimo anno per promuovere nei piani di offerta formativa "interventi educativi e corsi di informazione e prevenzione rivolti a studenti delle scuole secondarie di primo e di secondo grado, relativamente alle tematiche della salute sessuale e dell'educazione sessuale e affettiva".
Stanziamento che Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia, boccia in maniera inesorabile e bolla come "un cedimento gravissimo della maggioranza di centrodestra all'isteria abortista dei collettivi trans-femministi e alle teorie terrapiattiste sul genere fluido del movimento Lgbtq".
Quando parliamo di barricate, chiarisce, vuol dire che "sfrutteremo la presenza di tanti genitori e famiglie che sono già eletti o saranno eletti nei consigli di istituto e di classe che ci seguono, che sono dalla nostra parte, che la pensano come noi, per impedire l'approvazione e quindi lo svolgimento di progetti gender nelle scuole dei nostri figli. Tutti i progetti, infatti, per concretizzarsi devono prima essere inseriti nel Ptof (Piano Triennale dell'Offerta Formativa) di ogni scuola, previa approvazione proprio da parte del relativo Consiglio di Istituto".
Ma non è l'unica forma di lotta ipotizzata dai Provita che in un recente passato, lo scorso settembre, sono scesi in piazza davanti all'università Roma Tre per protestare contro quello che hanno definito "il laboratorio per bambin* trans" . "Mettiamo in conto, se necessario, - annuncia il portavoce - di organizzare anche una manifestazione di genitori e famiglie davanti al ministero dell'Istruzione per il prossimo anno, forti anche di un sondaggio commissionato a Noto Sondaggi che ha svelato come l'80% degli italiani siano a favore della tutela della libertà educativa, il 79% difende il diritto dei genitori di scegliere come educare i figli su temi inerenti sessualità e affettività, e ben l'81% ritiene che le scuole debbano preventivamente informare e coinvolgere le famiglie in caso di corsi o progetti su questi temi".
Gli strali dei Pro Vita colpiscono anche il ministro dell'Istruzione e del Merito. "E' da mesi che chiediamo a Valditara - lamenta Coghe - uno stop ai progetti gender nelle scuole. Non solo non è stato fatto nulla, ma ora addirittura arrivano questi inaccettabili finanziamenti che di fatto promuovono il gender nelle scuole".
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