"E' ai cittadini di queste terre che dobbiamo il successo di questo percorso: società mature, cresciute in democrazia, con efficaci anticorpi rispetto a lusinghe di sterili e pericolosi nazionalismi che hanno arrecato tanti gravi danni", ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a Gorizia ricevendo il premio Santi Ilario e Taziano - Città di Gorizia.
Il presidente della Repubblica ha ricevuto il premio, unitamente al Presidente emerito della Repubblica di Slovenia, Borut Pahor.
"Sono lietissimo di condividere questo premio" con Borut Pahor "e con cui, soprattutto, ho avuto il privilegio di condividere un tratto di cammino nell'impegno a favore dell'amicizia tra i nostri due Paesi. Esperienza che abbiamo vissuto non soltanto come dovere civico e istituzionale verso i nostri rispettivi popoli, ma come responsabilità doverosa per la realizzazione di un futuro di pace per il nostro continente. La pericolosa alternativa a questo progetto, Italia, Slovenia, Europa, l'hanno conosciuta in tutta la sua drammaticità", ha detto Mattarella.
Il capo dello Stato ha poi citato il fisico Carlo Rubbia. "Rubbia - illustre goriziano - vincitore del premio Nobel, nel discorso pronunciato in quella occasione, nel 1984, volle porre in evidenza proprio questo aspetto, sottolineando come le scoperte scientifiche per le quali veniva premiato nascevano in un laboratorio "costruito sull'idea stessa di un mondo aperto per la scienza, quale prerequisito per sviluppi pacifici", richiamando l'importanza di uno "spirito di desiderio collettivo di scoperta, e non di potere o lotta".
"Il primo insignito di questo premio, nel 2001, l'artista Anton Zoran Music - arrestato e deportato a Dachau durante la seconda guerra mondiale - riversò la sua preziosa e tragica testimonianza nei disegni salvati dal lager, il noto ciclo che volle intitolare "Noi non siamo gli ultimi", con rara preveggenza. L'orrore dei campi di concentramento e il lungo inverno dei genocidi dopo il '45 si sono ripetuti troppe volte. Non è l'abbandono alle illusioni a evitarli ma l'impegno dei popoli e il coraggio delle istituzioni di non venir mai meno al rispetto della dignità delle persone", ha sottolineato Mattarella.
Sindaco di Gorizia, la stretta mano dei presidenti vale più di mille parole"La vostra stretta di mano ha detto più di mille parole. Ecco perché oggi abbiamo voluto essere qui, di nuovo insieme: per dirvi grazie". Lo ha detto il sindaco di Gorizia, Rodolfo Ziberna, salutando il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e l'ex presidente della Repubblica di Slovenia, Borut Pahor, dal palco del Teatro Verdi in occasione della cerimonia di consegna del premio Santi Patroni.
"Grazie per avere creduto in noi, seguendoci e sostenendoci nel cammino verso GO!2025. Grazie per avere immediatamente colto, dopo la proclamazione di Nova Gorica-Gorizia Capitale Europea della Cultura 2025, che questo riconoscimento è tanto importante per noi in quanto rappresenta la testimonianza concreta, in Europa e nel mondo intero, di come una frontiera possa trasformarsi da luogo di scontro in luogo di incontro", ha aggiunto Ziberna.
"Grazie per avere contribuito a indicarci la strada di pacificazione da percorrere sul nostro confine orientale, così drammaticamente segnato dalle tragedie del Novecento - ha osservato - perché la storia deve essere insegnata, soprattutto ai giovani: è, infatti, l'ignoranza a generare pericolose derive, mentre la cultura, la conoscenza, l'amicizia le prevengono. E la vostra mano nella mano ci insegna che dobbiamo andare avanti, non tanto cercando di raggiungere una spesso difficile condivisione della memoria, quanto piuttosto una condivisione della coscienza e del dolore che in questi nostri territori le popolazioni al di qua e al di là del confine hanno patito, a causa di opposte ideologie e di sterili totalitarismi condannati oggi anche dal Parlamento europeo".