"Ho sempre amato fare conferenze nelle scuole superiori, ma per via delle polemiche che circondano i miei interventi ho smesso di andare. È una mia scelta anche non andare in tv nei prossimi mesi, nonostante siano tante le richieste per un mio intervento in varie trasmissioni. Peraltro ho un bimbo meraviglioso che non ha neanche due anni. Anche per questo mi fa tanto piacere essere qui a Giffoni con una platea di giovani". Lo dice come premessa Alessandro Orsini, saggista e studioso di terrorismo internazionale noto per le sue posizioni considerate filorusse, nel suo intervento davanti alla platea dei giovani di Giffoni.
"Nel libro - aggiunge - ho ricostruito le cause profonde della guerra in Ucraina e le relazioni tra i due paesi con un arco temporale molto esteso. Ho creato una periodizzazione e ho distinto due periodi: il periodo nero dal '91 al' 99 e poi il periodo del recupero con la presidenza di Putin. Il secondo periodo, ben più lungo, va dal 2000 al 2022. La mia interpretazione è che il vero problema per comprendere la guerra in Ucraina non riguarda l'espansionismo della Russia, ma bisogna ricordare la vocazione imperialista della Nato e dell'Occidente".
Orsini è incalzato dai giffoner: "Siamo felici di vivere in Italia?
Posso dire che sì, sono molto felice di vivere in Italia, di poter frequentare questo festival, alzarmi e avere la libertà di dire ad un microfono che non mi piace il governo Draghi se lo
ritengo giusto", dice ad alta voce Riccardo, ribattendo alla frase provocatoria del sociologo che
chiedeva ai ragazzi se fossero felici di vivere in un luogo come l'Italia dove non viene raccontata la verità.