"Dal saluto di papa Francesco ai ragazzi al premio Oscar Gary Oldman passando per una serie infinita di ospiti che impiegherei mezz'ora a dirli tutti. La cosa bella di Giffoni è che quando scriviamo a qualcuno per chiamarlo, tutti ci rispondono. Ho notato però quest'anno un affetto ancora maggiore del solito, una necessità di esserci e di stare in mezzo a questa gioventù anche per vedere i danni, le lacerazioni". Il direttore del Giffoni Film Festival fa un bilancio con l'ANSA dell'edizione 2022, la prima tornata ai livelli pre Covid, che il direttore definisce con orgoglio "monumentale". "Queste giovani generazioni - spiega - hanno vissuto momenti drammatici con il lockdown e poi la pandemia, la mancanza degli affetti, addirittura ci siamo inventati la scuola a distanza. Poi è venuta la guerra, i disastri ambientali e naturali. E' veramente una generazione che ha bisogno di tutto l'amore del mondo! Giffoni raccoglie tutto questo.
Veramente ho visto un entusiasmo straordinario". Gubitosi racconta anche una cosa che lo riguarda in prima persona: "Io non posso scendere, ogni volta tutte le famiglie, genitori, nonni mi vengono incontro, mi abbracciano, mi ringraziano. E' stato azzeccato il nostro spot che sta sulle tv: 'Finalmente Giffoni!' E' un inno di libertà ma anche di gioia. E da quel giorno ho sentito migliaia di voci festanti di ragazzi e ragazzi. Questo è il segno di quanto questa generazione è stata martoriata. Di quanti Giffoni servano". Quando ha voluto il tema "Gli invisibili" a chi ha pensato il patron? "Non solo a quanti hanno abbandonato la scuola, a quelli che non emergono perché non vogliono emergere, a una società così distratta nei riguardi degli scartati, ai ricercatori che invisibili fanno così tanto per noi. Ho pensato solo a loro, a questi ragazzi mettendoli in relazione con una società che non li vede. Ci sono ma non li vedono perché gli viene detto: 'Voi siete soltanto il nostro futuro'". Gubitosi si scalda: "Io questo non lo accetto più, non lo tollero. Li hanno completamente cancellati dal presente. Oggi hanno il diritto di esserci, oggi hanno il diritto di prendere in mano le sorti del futuro della società e non solo di quello loro personale. Questo è stato il Giffoni 2022: un successo di emozioni. Ogni tanto qualcuno mi scrive: 'Ma che giorno è meglio venire?' Tutti i giorni, ogni giorno ci sono cose imperdibili. Giffoni non si può spezzettare, perché è un continuum e ogni giorno è diverso. Vedere i bambini di 3 anni, vedere i nonni che li portano al cinema, ascoltare i numero 1 d'Italia. Poi abbiamo fatto la scelta di portare i talenti giovani che oggi ancora non si conoscono ma questa è la missione di Giffoni". Sulla crisi del cinema Gubitosi dice: "Sono nato con il dramma del cinema, da che ho memoria si parla di crisi del cinema, già negli anni '70 c'era, ancora prima quando è nata la tv si diceva addirittura che sarebbe scomparso.
Ecco questo non è successo. Credo che dobbiamo rimettere in moto la filiera: produzione distribuzione, esercizio. Se una di queste si interrompe, qualcosa non funziona". Gubitosi riconosce che nella pandemia c'è stata una stasi nella produzione: "Sono nati anche nuovi modelli dove vivere il film - ammette - ma è molto presto però per dire che la sala cinematografica non è più centrale Qui a Giffoni ogni tanto arrivano bambini e ragazzi che vengono da piccole realtà e non hanno mai visto la sala, hanno usato tv e telefonini. Ebbene restano sconvolti dalla capacità che la sala ha di dialogare con il pubblico. Questo non finirà. Un giorno cambierà? E' ancora presto. Io dico - conclude - che quando si perde una sala in un paese si perde l'identità, non serve solo al cinema ma a tutto".
Leggi l'articolo completo su ANSA.it