"La lingua italiana credo sia strategica per il mondo intero. L'italiano rappresenta il paese che è stato ed è tuttora culla del diritto, dei diritti umani, della storia, fulcro dell'evoluzione del continente europeo, che poi attraverso la migrazione è arrivato fin qui. E la lingua e la cultura italiana sono il companatico di quel soft power rappresentato dalle comunità italiane nel mondo". Il sottosegretario agli Esteri, Giorgio Silli, torna in Argentina, per la seconda volta in un mese e mezzo, per partecipare al Congresso internazionale della società Dante Alighieri, a Rosario.
"Non è semplice trovare una 'diaspora' simile alla nostra - spiega Silli, che detiene la delega per gli Italiani all'Estero -. Siamo caratterizzati da un comune denominatore che è il passaporto italiano, o comunque la discendenza italiana. Tuttavia - osserva - gli italiani all'estero sono molto diversi gli uni dagli altri, gli italo-canadesi sono diversi dagli italo-argentini, così come sono diversi dagli italo-australiani, ma tutti sono accumunati da questa volontà di portare avanti la loro italianità".
Rispetto alla distrazione dell'Italia rispetto all'America Latina, il sottosegretario commenta: "Forse è stato dato per scontato che il rapporto con la comunità italiana all'estero, e con i paesi dell'America Latina, soprattutto l'Argentina, potesse andare avanti all'infinito senza coltivarlo. Ma qualsiasi rapporto umano, sia esso un'amicizia, un amore, o un rapporto di coppia, se non viene coltivato è chiaro che rischia di sfilacciarsi. Siamo stati poco presenti ultimamente. Certo, non ho la presunzione di dire che io o questo governo siamo migliori in assoluto rispetto ad altri, tuttavia, cerchiamo di essere presenti".
"Questa è la seconda volta che vengo in Argentina in un mese e mezzo e, quanto meno, - evidenzia Silli - la presenza spero che comunichi una sorta di disponibilità e di amore verso le nostre comunità italiane all'estero".