La giornata internazionale dedicata alla memoria delle vittime dell'Olocausto quest'anno ricorda i 75 anni dalla liberazione del campo di sterminio di Auschwitz.
Una data importante per celebrare la quale le Nazioni Unite hanno in programma un ricco calendario di avvenimenti che vuole sottolineare l'importanza di un'azione collettiva e continuata contro l'antisemitismo e tutte le altre forme di pregiudizio, al fine di garantire il rispetto della dignità e dei diritti dell'uomo per tutti i popoli del mondo.
Si comincia con la cerimonia ufficiale prevista per il 27 gennaio nella sala dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite cui prenderanno parte, oltre al Segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, i rappresentanti permanenti della Germania, Israele e degli Usa e alcuni sopravvissuti all'olocausto.
Per l'occasione sarà inaugurata la mostra 'Vedere Auschwitz' che attraverso l'esposizione di alcune foto scattate dai nazisti, ma anche dalle vittime, vuole far comprendere la realtà del più grande campo di sterminio della storia umana. Una mostra organizzata sempre presso le Nazioni Unite si occuperà dei primi lavori di storici ebrei e accademici di diverse nazionalità e provenienze che hanno documentato e conservato le prove degli atti commessi contro il popolo ebraico durante l'Olocausto e hanno cercato di attirare l'attenzione su ciò che stava accadendo nell'Europa occupata dai nazisti. Questa prima generazione di studiosi dell'Olocausto ha permesso di costruire le basi della nostra attuale conoscenza dei campi di sterminio della soluzione finale pesta da Hitler.
Il 29 gennaio sarà poi inaugurata la mostra 'Alcuni erano vicini' che affronta una delle questioni centrali dell'Olocausto: come tutto ciò sia potuto accadere. L'esposizione analizza il ruolo della gente comune di fronte all'Olocausto e le varie ragioni che ha influenzato le scelte personali come la paura, l'indifferenza, l'antisemitismo, le preoccupazioni professionali, la posizione sociale, la pressione dei coetanei o le possibilità di ottenere beni materiali. La mostra ricorda anche però le tante persone che non hanno ceduto alla tentazione di tradire altri esseri umani per sottolineare che esiste un'alternativa alla complicità all'orrore, anche in tempi eccezionali. La mostra è stata progettata e organizzata dal Museo della Memoria dell'Olocausto degli Stati Uniti.
Infine, il 30 gennaio, una conferenza sarà dedicata al tema "Incitamento all'odio, negazione e distorsione dell'Olocausto: perché è importante sfidarlo". Gli esperti affronteranno la negazione e la distorsione dell'Olocausto confrontandoli con i fatti inconfutabili e accertati che dimostrano come lo sterminio ha avuto luogo. "La negazione della storia è uno strumento importante per l'incitamento all'odio che incoraggia la disumanizzazione di individui e gruppi e viene utilizzato per giustificare la discriminazione e gli atti di violenza", spiega l'Onu. "Il 2020 segna il 75o anniversario dalla fine della seconda guerra mondiale e dell'Olocausto ma - ribadiscono le Nazioni Unite - l'antisemitismo continua ad esistere".
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