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Il calvario di Schumi, dall'incidente al risveglio

Tra allarmi, smentite e speranze: i sei mesi dalla caduta

Redazione Ansa

A quasi sei mesi dalla rovinosa caduta con gli sci del 29 dicembre scorso, Michael Schumacher ha lasciato l'ospedale di Grenoble per essere trasferito nel Centro ospedaliero universitario del Vaud a Losanna, Svizzera francese.  L'ex pilota è uscito dal coma, ha fatto sapere la famiglia, ed ora inizia "una lunga fase di riabilitazione". Sono passati 169 giorni da quel fatale fuoripista di Meribel, in Alta Savoia.

Queste le tappe principali della vicenda:

- 29 dicembre: l'ex campione di F1 cade e batte la testa su una roccia. Riporta un grave trauma cranico. Ricoverato in ospedale in coma, viene operato più volte.
- 30 dicembre: Schumacher "è in condizioni stabili, ma gravi", spiega Marc Penaud, direttore dell'ospedale di Grenoble.
- 30 dicembre: è aperto un fascicolo sull'incidente: il procuratore fa sapere che Schumacher ha "scelto deliberatamente di andare nella zona" dove è avvenuto l'incidente e che - contrariamente ad alcune testimonianze - non stava soccorrendo qualcuno.

 - 17 gennaio: le condizioni restano "stabili", scrive la manager del pluricampione di F1, Sabine Kehm, aggiungendo che "la famiglia di Michael ha piena fiducia nell'equipe medica ed è molto soddisfatta del suo lavoro".
- 30 gennaio: ancora la Kehm fa sapere che "i sedativi somministrati a Michael sono da pochi giorni in diminuzione al fine di iniziare un processo di risveglio che potrebbe durare a lungo". Secondo l'Equipe "non è più in pericolo di vita" e Michael "ha cominciato a battere le palpebre".

 - 6 febbraio: "Michael Schumacher non è morto": l'ospedale di Grenoble smentisce le voci incontrollate circolate nelle Ultime ore su twitter sul decesso dell'ex pilota tedesco. 
- 12 febbraio: "Nuova preoccupazione per Schumi: infezione polmonare in coma", titola il tabloid tedesco Bild.
- 17 febbraio: la magistratura chiude l'inchiesta: "Non è stata rilevata alcuna infrazione a carico di chicchessia. L'incidente e' avvenuto fuori pista".

- 12 marzo: la Kehm parla di "piccoli segnali incoraggianti. Siamo e restiamo fiduciosi che Michael si risveglierà".
- 26 marzo: le conseguenze dell'incidente sono state aggravate da "una serie di disattenzioni" durante le operazioni di soccorso", sostiene Gary Hartstein, capo medico della F1 dal 2005 al 2012, al tabloid britannico Sun, riferendo di confidenze che gli sono giunte da "fonti solitamente impeccabili". Per Hartstein "bisogna prepararsi al peggio".
- 29 marzo: ancora il Sun scrive che Schumacher potrebbe lasciare l'ospedale di Grenoble per tornare a casa, dove sua moglie sta facendo installare una unità di terapia intensiva dal costo di 12 milioni di euro.

- 3 aprile: Sabine Kehm alla Bil: "sensibili miglioramenti".
- 4 aprile: Schumacher "ha momenti di coscienza e di veglia", dice oggi la sua portavoce.
- 13 aprile: si parla ancora di "piccoli progressi".

- 3 giugno: Gary Hartstein, anestesista statunitense ed ex delegato medico per la F1 della Fia, gela le speranze: "Temo, e ne sono quasi certo, che non avremo mai più buone notizie sullo stato di salute di Michael" scrive sul proprio blog.
- 14 giugno: il settimanale tedesco Bunde scrive che Schumacher è stato trasferito dal reparto intensivo di neurochirurgia a quello riabilitativo dell'ospedale di Grenoble per prepararlo ad un successivo trasferimento in una clinica specializzata nella riabilitazione.

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