Nove finali giocate, soltanto due vinte. La Champions League resta tabù per la Juventus che, anche stasera contro il Real Madrid, cade all'ultimo ostacolo e perde la quinta finale consecutiva.
La storia delle finali smarrite dai bianconeri, iniziata nel 1973, e' ricca e amara. Dieci anni dopo la prima finale, persa per un gol dell'olandese Rep, un'altra delusione, nella sfortunatissima notte di Atene, contro l'Amburgo di Magath: correva l'anno 1983. Dopo la prima Coppa nell'85, la vittoria del 1996 illude i bianconeri che la maledizione della Champions sia ormai alle spalle. E invece ecco altre due finali gettate alle ortiche: nel 1997 contro il Borussia Dortmund (3-1) e l'anno successivo contro il Real Madrid (1-0). Cinque anni dopo, da Amsterdam a Manchester, i rigori premiano il Milan di Shevchenko. Poi nulla per 12 anni, con Calciopoli a rendere tutto piu' complicato per la retrocessione in serie B. Poi la resurrezione e la finale raggiunta nel 2015, sempre da Allegri, in una stagione che era stata fino a quel momento perfetta. In molti, come oggi, avevano fatto la bocca a quel triplete che in Italia finora e' riuscito soltanto all'Inter, in uno stadio di Berlino - quello del trionfo azzurro ai Mondiali 2006 - che sembrava fatto apposta per incoronare la Juve. Ma era troppo forte quel Barcellona, nonostante una partita combattuta e - a tratti - giocata bene. La finale finì con le lacrime di Andrea Pirlo, uno degli eroi azzurri del Mondiale. Una Juve più sicura di sè si è presentata stasera a Cardiff ma l'esito non è cambiato. Il Real Madrid l'ha travolta con un 4-1 che non ammette repliche e allunga la maledizione bianconera in Europa.
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