Dalle frasi sul vodoo di Ibrahimovic a Lukaku e sua madre, a Mido che tenta di aggredire Ibra, a quel tempo suo compagno nell'Ajax, con un paio di forbici, alla testata di Zidane a Materazzi provocata da una frase poco elegante dell'azzurro sulla sorella del francese. Scene che non si dovrebbero mai vedere, altro che "cose da campo", e provocazioni a cui l'asso del Milan non è nuovo: ad Amsterdam e Parigi ne sanno qualcosa.
Ieri lo svedese se l'è presa con un avversario, appunto Lukaku, suo ex compagno nel Manchester United, ricordandogli cosa disse dell'attaccante belga di origini congolesi Farhad Moshiri, proprietario dell'Everton quando Romelu decise di non rinnovare con i Toffees: "sua madre, dopo un rito vodoo, gli ha detto che doveva andare al Chelsea".
Il cattolico Lukaku non la prese bene allora, e tanto meno ha 'incassato' ieri, anche per il riferimento alla madre a cui è molto legato. E Ibra, che non ha certo dimenticato l'esperienza in Premier, ha ricordato all'interista anche un coro dei tifosi dello United che gli gridavano "asino" in riferimento anche a una sua certa parte del corpo. Tanto è bastato per vedere il Lukaku furioso, un po' come Delio Rossi dopo gli insulti del suo calciatore Adem Ljajic ai tempi della scazzottata sulla panchina della Fiorentina. O come quando, in Sudamerica, Edmundo faceva un po' di tutto.
In Inghilterra la lite e il contatto ravvicinato Ibra-Lukaku hanno fatto tornare in mente, anche se in quel caso il problema era fra compagni di squadra, quel celebre "non ti passo il pallone perché, fondamentalmente, mi fai schifo" detto da Kieron Dyer al compagno del Newcastle Lee Bowyer durante una partita contro l'Aston Villa. Così durante un momento del match in cui il pallone era da tutt'altra parte, i due cominciarono a darsele di santa ragione: una scena al confronto della quale gli Ibra e Lukau di ieri sembrano due dilettanti.
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