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Serie A: Lazio-Juventus 0-2, doppietta di Bonucci su rigore

Olimpico celebra suo record, Immobile commosso. L'attaccante ha segnato 160 reti in biancoceleste, più di Piola

Redazione Ansa

 La Juventus passa all'Olimpico contro la Lazio, raggiunge la squadra di Sarri (sbeffeggiato dai suoi ex tifosi che erano allo stadio) al quinto posto e spera di rilanciarsi in prospettiva 'un posto in Champions', anche se i più ottimisti dei fan bianconeri continuano a sognare un rientro, chissà quando, nella corsa per lo scudetto. La cronaca

Va subito detto che la vittoria dei pluricampioni d'Italia, privi della star Dybala, è stata meritata, visto che la Lazio, senza il suo bomber Ciro Immobile, non ha mai tirato in porta lasciando Szczesny inoperoso e evidenziando quanto siano state sbagliate certe scelte di mercato, come quella di non cercare un'alternativa per il suo centravanti titolare. Non può esserlo Muriqi, pagato a suo tempo una ventina di milioni (incredibile, ma vero) e, non a caso, lasciato fuori dalla formazione iniziale: pur di non schierarlo, Sarri ha preferito puntare sul cosiddetto 'falso nove', ovvero Pedro. Poi, quando è entrato, il kosovaro ha toccato palla solo per un esibirsi in un goffo tentativo di colpo di tacco, un mancato colpo di testa su assist aereo di Milinkovic e per aver perso la sfera dando l'avvio all'azione che ha portato al secondo gol della Juve. Arrivato, come il primo, dal dischetto, con Bonucci ottimo realizzatore al punto da suscitare rimpianti in chiave azzurra. Avesse tirato lui contro la Svizzera..., ma ormai è inutile pensarci. Così questa Lazio a basso ritmo e inesistente in avanti (male anche Felipe Anderson, che perso troppi palloni) non poteva far altro che perdere contro una Juve che ha preso i tre punti pur non giocando bene, o perlomeno in modo non certo spettacolare, chiusa dietro, pronta a distruggere il gioco degli avversari e poi a ripartire per cercare di far male, con Chiesa e poi con Kean quando è entrato nella ripresa. La partita è stata a senso unico per la Lazio nei primi venti minuti, durante i quali però i biancocelesti non hanno mai inciso, poi il rigore che Di Bello non aveva visto prima che intervenisse il Var ha sbloccato la Juve che ha potuto fare il gioco che preferisce. Di rigore anche il raddoppio juventino nel secondo tempo, e ineccepibile la decisione dell'arbitro dopo un'uscita avventata di Reina. Forse l'estate scorsa sul mercato la Lazio, vista anche anche l'incostanza di rendimento di Strakosha, avrebbe dovuto cercare anche un portiere. Dopo un iniziale sterile predominio della Lazio, la svolta del match arriva al 23': Morata viene steso da Cataldi in area, l'arbitro Di Bello lascia correre ma, richiamato al video, assegna il calcio di rigore che Bonucci trasforma con freddezza per l'1-0. Ad inizio ripresa si mette in evidenza il subentrato Kulusevski, che al 15' pt aveva preso il posto dell'infortunato Danilo, mentre la Lazio continua a non incidere. Poi risale in cattedra Chiesa, già il migliore dei suoi, che dopo aver 'strappato' a tutto campo salta Reina in uscita e viene steso dal portiere spagnolo. Di Bello non ha dubbi e manda per la seconda volta Bonucci sul dischetto: è 0-2 e il match è praticamente finito. Ed è un risultato che suona come bocciatura del ds laziale, Igli Tare, e di certe sue scelte di mercato.

 

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