Diventa un caso diplomatico quello di Novak Djokovic bloccato in Australia, dove avrebbe dovuto partecipare agli Australian Open, dopo che il suo visto è stato annullato perché non in regola con le norme anti Covid. Il tennista n.
Gli avvocati di Djokovic hanno fatto ricorso contro l'espulsione e ottenuto un'ingiunzione provvisoria che congela la situazione fino all'udienza fissata per lunedì, mentre i legali avranno tempo fino a sabato alle 14 per presentare i chiarimenti richiesti. Nel frattempo la star del tennis dovrà rimanere al Park Hotel, una struttura utilizzata per ospitare viaggiatori 'irregolari', tristemente nota per le precarie condizioni di cibo e manutenzione e per un incendio che nel dicembre scorso costrinse ad evacuare gli ospiti. Inutili anche le richieste di Belgrado - riporta la stampa serba - di permettere a Djokovic di trascorrere la quarantena in un appartamento di Melbourne. Durissima la reazione del premier Vucic che è giunto a definire il trattamento riservato al tennista "infame nel senso proprio del termine". Oggi, davanti al Park Hotel si è raccolta una piccola e alquanto eterogenea folla di sostenitori, dai serbi che sventolavano bandiere, a no vax e sostenitori dei diritti dei migranti. Almeno una persona è stata arrestata mentre le forze dell'ordine tentavano di disperdere i manifestanti, mentre il padre di Novak invitava i serbi a un'altra dimostrazione di sostegno a Belgrado. Intanto, sul fronte opposto, l'eterno rivale Nadal commentava: "Djoko Conosce le regole, e le conseguenze per chi non si vaccina". Regole non scevre di eccezioni, come quella concessa alla stella dell'Nba Kyrie Irving, ammesso a giocare a Indianapolis nonostante non sia vaccinato, dopo essere stato escluso da 35 partite. Il presidente francese Macron loda intanto lo sport pro vax additando ad esempio il calciatore Kylian Mbappé "per il suo impegno anche al di fuori dello sport, in particolare a favore dei vaccini e contro la violenza".
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