"Dalla strada alla serie A" in meno di tre anni: chi lo ha visto dare i primi calci al pallone sintetizza così l'ascesa da favola dell'attaccante dell'Atalanta Moustapha Cisse, 19 anni, che ieri sera ha esordito contro il Bologna segnando all'82esimo minuto il gol partita. Arrivato in Italia tre anni fa dopo la fuga dalla Guinea, "dov'era rimasto senza genitori", Cisse è stato accolto a Carmiano, in provincia di Lecce, dove ha cominciato a "divertirsi" giocando qualche amichevole nella squadra di rifugiati 'Rinascita Refugees' del progetto Sai, il cui slogan è "Diamo un calcio al razzismo". Un calcio che ha spinto il pallone fino a Bergamo, quando i talent scout dell'Atalanta sono stati invitati a venire veder il fenomeno con i loro occhi dal consulente legale Roberto Nitto che lo ha scoperto. "Ho sentito Cisse ieri notte e oggi pomeriggio - dice all'ANSA Nitto - era molto felice e incredulo, è stato tutto così veloce e bello che ha stupito un po' tutti".
"Mi ha detto che l'emozione lo ha tradito un po' prima di entrare in campo ma poi l'ha accompagnato durante la partita ma è riuscito a mantenere la calma e l'equilibrio".
Nitto, dopo aver visto giocare Cisse durante un'amichevole, non ha avuto dubbi e ha segnalato il giovane calciatore ai suoi contatti con l'Atalanta. "Hanno mandato tutto l'entourage a Carmiano - ricorda - e lo hanno scelto immediatamente". Nitto in lui aveva notato subito "rapidità di pensiero e doti atletiche fuori dal normale: utilizza i due piedi come fossero uno solo, è un talento naturale. E poi è un gran lavoratore".
Vincenzo Nobile, direttore sportivo di 'Rinascita Refugees', dice di Moustapha che è "un ragazzo serio: mai un atteggiamento scomposto in campo. Sembrava a tutti da subito che avesse un talento e una marcia superiore agli altri. E' un attaccante moderno, cerca la profondità. E' sempre molto a suo agio nel campo e quando gli dai palla sei sicuro che saprà cosa fare".