Tutto in una notte a New York: il primo titolo del Grande Slam e il trono di n.1 del mondo, il più giovane di sempre, da quando esiste il ranking computerizzato (1973).
Alcaraz va velocissimo ma può anche non avere fretta. E' sulla vetta del mondo prima di chiunque altro nella storia. E non avrà nemmeno troppo tempo per riposare: da domani sarà a Valencia per trascinare la Spagna alle Davis Cup Finals di Valencia. Da parte sua lo sconfitto, Casper Rudd non ha comunque demeritato: anzi. Ha avuto le sue chance, due set point nel terzo set che potevano far svoltare il match in un'altra direzione, dopo che aveva riequilibrato la partita nel secondo. La sua marcia nel torneo, la seconda finale Slam stagionale giustificano appieno la sua seconda posizione mondiale. E fanno rileggere anche la sconfitta di Matteo Berrettini nei quarti di finale: non sarà stata una grande giornata del romano ma dall'altra parte della rete c'era uno dei grandi protagonisti della stagione. L'exploit americano porterà nelle tasche di Alcaraz un assegno da 2 milioni e 600mila dollari insieme alla coppa ricevuta dalle mani di John McEnroe. "Ho sognato di vincere uno Slam e di diventare n.1 al mondo da quando ero bambino. Ho lavorato tanto e mi hanno aiutato tanto il mio team e i miei genitori - ha detto Alcaraz poco dopo il suo trionfo scoppiando in lacrime - Alla fine ho pensato a mia mamma e mio nonno che non hanno potuto essere qui a vedere la partita. In tanti sono venuti anche dalla Spagna per fare il tifo per me. Il pubblico che ho trovato a New York mi ha sempre aiutato: è quello con cui mi sono sempre sentito più in sintonia".
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