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Rebellin, il campione che non voleva mai smettere

In sella fino a 50 anni. L'amarezza per l'argento di Pechino 2008

Davide Rebellin

Redazione Ansa

Una carriera da professionista lunga 30 anni, cominciata nel 1992: Davide Rebellin non sarebbe mai voluto scendere dalla bici e abbandonare le gare. Lo ha fatto, a 51 anni, nella sua regione, il 16 ottobre scorso, quando ha chiuso al trentesimo posto la Veneto Classic.

    Nato il 9 agosto 1971 a San Bonifacio (Verona) ma cresciuto e residente a Madonna di Lonigo (Vicenza), Rebellin fu tra i protagonisti della gara su linea, all'epoca riservata ai dilettanti, delle Olimpiadi di Barcellona 1992, vinta dal suo compagno di squadra, Fabio Casartelli, poi morto in seguito a una caduta in discesa durante il Tour de France 1995.

    Dopo la gara a Cinque cerchi di Barcellona, Rebellin cominciò la sua avventura tra i professionisti, diventando uno specialista delle classiche del Nord Europa: ha vinto l'Amstel Gold Race nel 2004, tre edizioni della Freccia Vallone (nel 2004, 2007 e 2009), una Liegi-Bastogne-Liegi nel 2004, oltre a una tappa al Giro d'Italia nel 1996. L'ultima vittoria da professionista il 6 maggio 2018, all'età di 47 anni, nella terza tappa del Tour International de la Wilaya d'Oran, che poi concluse al secondo posto nella classifica generale, alle spalle di un compagno di squadra, il belga Laurent Evrard.

    Ma probabilmente il momento più bello della sua carriera l'aveva vissuto a un'altra Olimpiade, quella di Pechino 2008, il 9 agosto, nel giorno del suo 27/o compleanno, conquistando in strada il secondo posto, superato in volata dallo spagnolo Samuel Sanchez: una medaglia d'argento poi tolta d'ufficio per una controversa storia di doping, per la quale ha sempre rivendicato la sua innocenza e per la quale fu assolto dal Tribunale di Padova nel 2015. Ma quella medaglia non gliel'hanno mai restituita. L'amarezza più grande di una vita finita in bici, investito da un camion a Montebello Vicentino.
   

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