Nello sport il confine tra la vetta del successo e l'abisso della depressione è davvero sottile. Lo sanno bene tanti campioni come il nuotatore Ian Thorpe, la tennista Naomi Osaka o il plurimedagliato Michael Phelps. Ma l'elenco rischia di allungarsi sempre più.
Mentre gli Usa sono in delirio perché la "regina della ginnastica" Simone Biles è tornata a gareggiare dopo quasi due anni di stop; la Spagna si stringe attorno al suo campione di basket Ricky Rubio che, a pochi giorni dai Mondiali, si ferma momentaneamente per "curare la propria salute mentale".
Si tratta di due campioni lontani tra loro ma accomunati dalle vittorie professionali e dalla forza di mettere a nudo le proprie fragilità Atleta dell'anno per il Time nel 2021, proprio e volutamente nella stagione del suo passo indietro dalle competizioni, Simone Biles è un'icona dei tempi moderni. La sua non è soltanto una storia di sport.
Mel 2021 - nel mezzo dei Giochi Olimpici di Tokyo che avrebbero dovuto consacrala definitivamente come la ginnasta più forte di tutti i tempi ma si rivelarono sportivamente disastrosi - convocò una conferenza stampa per annunciare il ritiro dalle gare per non penalizzare le compagne di squadra e in modo da concentrarsi "sul proprio stato mentale". Quelle immagini e parole conquistarono le attenzioni del mondo intero, paradossalmente anche più delle sue vittorie.
"È come se sentissi il peso del mondo sulle mie spalle", disse Simone, creando un legame di empatia con tutti coloro che ogni avvertono le comuni difficoltà della vita. Fu una liberazione. Certo, lei aveva pressioni non comuni: quattro volte oro alle Olimpiadi, ben 19 campionessa del mondo ma soprattutto le pesavano le pretese implicite e generalizzate di suoi nuovi successi sportivi a Tokyo. In Giappone Simone sbagliò un volteggio e apparve per la prima volta fragile, come una persona normale.
La Biles oggi torna a gareggiare agli Us Classic in corso a Chicago. A 26 anni è sembrata in gran forma ed è riuscita anche a realizzare con facilità il doppio carpio Yurchenko, quel dannato e difficilissimo volteggio che sbagliò a Tokyo aprendo il baratro dal quale è risalita ora con forza.
Tanto lavoro con uno psicoterapeuta, il matrimonio pochi mesi fa e una vita con minori rigidità le hanno permesso di ritrovare il sorriso e mettersi alle spalle i "demoni" con i quali combatteva. Tra questi c'erano anche gli abusi sessuali subiti dall'intera squadra statunitense per mano del medico della squadra, ora in carcere, Larry Nassar.
Definì "demoni" i suoi problemi psicologici anche Michael Phelps, uno dei più grandi sportivi di tutti i tempi, imbattibile in vasca ma fragilissimo fuori dall'acqua.
Ora la battaglia la condurrà Ricky Rubio. Il campione spagnolo di basket ha lasciato "momentaneamente" la sua nazionale e non prenderà parte ai Mondiali nelle Filippine a causa di "problemi di salute mentale".
Il giocatore dei Cavs in Nba non ha voluto precisare oltre le proprie motivazioni ma in un post su instagram ha spiegato che ha deciso "di fermare le attività professionale per curare la salute mentale". "La famiglia ha senso oggi più che mai. Vorrei che si rispetti la mia riservatezza in modo da poter affrontare questi momenti e poter dare più informazioni quando sarà il momento", ha concluso il giovane giocatore.