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Basket, Rugby e poi il Golf, ecco le leghe secessioniste

EA7 Milano e Bologna posto fisso, Benetton niente più campionato

Incontro di Eurolega

Redazione Ansa

Leghe indipendenti con annessi ricavi, come quelle degli sport americani, che prescindono da legami con le federazioni nazionali delle varie discipline.

Ma esistono anche in altri sport che si giocano in Europa e potrebbe diventare il futuro anche del calcio, sia maschile sia femminile (A22 ha presentato un progetto anche per due leghe per i team 'in rosa') se dopo la sentenza della Corte Ue diventerà realtà la Superlega.

Che esiste già, da inizio secolo, nel basket, dove ha preso il posto di quella Coppa dei Campioni vinta anche dal Bancoroma e che appassionò molti italiani ai tempi dell'Ignis e del Simmenthal che sfidavano il Real Madrid e l'Armata Rossa. A quei tempi tutto si basava esclusivamente sul merito sportivo, poi il monopolio di Fiba Europe, 'emanazione' della federazione internazionale, venne interrotto dalla nascita della Uleb, unione delle leghe europee, che all'inizio ne comprendeva solo tre ma poi arrivò a contenerne 16. Il nuovo ente, a forza di fare pressioni e minacce di boicottaggi vari, e forte della prospettiva di maggiori ricavi per i grandi club, arrivò a creare nel 2000 l'Eurolega, e poi anche una seconda competizione, che ora si chiama EuroCup.

Così ecco l'Eurolega, competizione che all'Italia riserva due posti per Olimpia EA7 Milano e Virtus Bologna e che consiste in un girone all'italiana composto da 18 squadre. Le prime otto passano ai quarti di finale che si giocano al meglio delle cinque partite. Il criterio per la partecipazione delle squadre all'Eurolega è a licenza: un permesso, di durata annuale o pluriennale, grazie al quale le squadre accedono alla competizione, in pratica scavalcando il merito sportivo. Per Milano e Bologna significa un impegno fisso di due, a volte tre, partite a settimana, e quindi il bisogno di una rosa 'allargata' che permette anche di continuare a vincere scudetti in campionato, sia per l'una che per l'altra, anche se ci sono stati gli inserimenti, che hanno fruttato il tricolore, di realtà come quelle di Venezia e Sassari. Dal 2009 la Uleb, di cui è presidente l'ex centro della Lamaro Virtus Roma Tomas Van Den Spiegel, ha trasferito la proprietà del torneo alla Euroleague Commercial Assets (Eca), società di cui undici grandi club europei sono i principali azionisti.

Nel Rugby il Sei Nazioni è un entità organizzatrice e commerciale a se stante, ma ne fanno parte come 'shareholders' le 6 federazioni che ne fanno parte e che si dividono i ricavi.
Una lega a se stante, con 16 team di due continenti è quella che una volta si chiamava Celtic League ma che è diventata, con gli inserimenti delle franchigie italiane e poi sudafricane, l'Urc, ovvero lo United Rugby Championship. Le formazioni che vi partecipano sono dei superteam che nel caso di Irlanda, Scozia e Galles, e ora anche Sudafrica, sono in pratica delle rappresentative provinciali o regionali che selezionano i migliori giocatori dei vari club di zona. Per l'Italia ci sono la franchigia federale, quindi supervisionata dalla Fir, le Zebre Parma, e il Benetton Treviso, che ha fatto il salto nel professionismo puro sganciandosi dal campionato nazionale, al quale non prende più parte (e per questo Calvisano, Rovigo e Petrarca Padova si sono spartiti gli scudetti, simbolo di successo che nel rugby italiano si è così deprezzato), preferendo puntare sull'attività sovranazionale, che regala maggiori ricavi e un livello di più alta competitività per far crescere i giocatori. Il Benetton gioca anche in Challenge Cup, sorta di Europa League della palla ovale in cui nella scorsa stagione è arrivata in semifinale.

In attesa di sviluppi in campo calcistico, che potrebbe riguardarla da vicino con l'immissione di notevoli fondi anche in un'eventuale Superlega trans-europea, l'Arabia Saudita si è mossa nel golf, sport non di squadra ma che a livello di competizioni si è sganciato dalle logiche tradizionali. Ecco allora che è nata la Saudi Superleague, che a suon di milioni ha attratto alcuni dei migliori giocatori, come il n.3 del mondo e vincitore dell'ultimo Masters Jon Rahm, che un'offerta di 600 milioni di euro ha indotto a lasciare il circuito Pga. Ma è sport o business?
   

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