Sport

Supercoppa, Sarri: 'Contro i più forti serve cattiveria'

'Con Inter non abbiamo più di 30% di chance ma ce la giochiamo'

Maurizio Sarri

Redazione Ansa

Colui che in vita sua non ha mai firmato "nemmeno una cambiale", non firmerebbe nemmeno per andare ai rigori contro l'Inter nella semifinale di Supercoppa italiana in scena a Riad. Maurizio Sarri vuole giocarsi il tutto per tutto: che la sua Lazio sia più forte o meno forte, di sicuro sul campo darà tutto quello che ha. In casa biancoceleste c'è voglia di un trofeo, e vincere nello scontro di domani sera contro il grande ex Simone Inzaghi vorrebbe dire accedere alla finale contro Fiorentina o Napoli. Il club capitolino ha vinto la Supercoppa per cinque volte nella sua storia, l'ultima nel 2019, proprio nella capitale del regno saudita: spazio quindi alla formazione migliore (l'unico assente è Castellanos, infortunato). In porta Provedel, difesa con Lazzari e Marusic sulle fasce e al centro Patric (dolorante per una botta alla spalla) assieme Romagnoli; Guendouzi e Luis Alberto sono certi di un posto, mentre Rovella (che oggi ha rimediato una brutta botta al piede destro) non lo è più. Il grande dilemma tattico riguarda l'attacco: Sarri schiererà il suo pupillo Felipe Anderson da falso nove oppure rischierà la carta Immobile, con il capitano ancora in fase di recupero dopo quasi un mese di assenza? La scelta più verosimile è la prima.

Il tecnico in conferenza stampa ha ribadito l'inferiorità (sulla carta) della sua squadra rispetto ai nerazzurri: "Affrontiamo i più forti in Italia, non abbiamo più del 25-30% di possibilità di passare il turno", salvo poi ribadire: "Dobbiamo giocarci le nostre chance in modo cattivo. In campionato contro di loro abbiamo perso per delle cazzate clamorose: non dobbiamo commetterle". Sarri, tra i più scettici per la nuova formula del trofeo e per la location saudita, dice la sua anche sul campionato arabo: "I tanti nomi importanti arrivati hanno scatenato interesse, nonostante in Europa non sia seguitissimo. Auguro all'Arabia di sviluppare il proprio campionato". Chi poteva finire a giocare qui è proprio Ciro Immobile: il capitano infatti è stato corteggiato da un club saudita, come da lui stesso ammesso oggi: "In passato ho avuto degli avvicinamenti, alla fine non si è fatto più niente. Ho cercato di essere più limpido e onesto possibile, portando avanti il progetto della Lazio". Domani allo stadio ci sarà anche Sergej Milinkovic, ora all'Al Hilal, nelle vesti di tifoso dei suoi vecchi compagni: lui era in campo tra dicembre 2019 e gennaio 2020, ossia il periodo in cui per l'ultima volta la Lazio ottenne sei vittorie di fila (attualmente è ferma a cinque, tra campionato e Coppa Italia).

Allo stesso modo, di quella striscia di vittorie si ricorda anche Simone Inzaghi, che ora è il 'nemico': il tecnico con più panchine della storia laziale ha battuto il suo ex club per tre volte (su cinque gare) da quando allena l'Inter. Ma a Sarri e al presidente Lotito questo importa poco. "Pronostici non ne faccio, mi auguro che in campo scenda una squadra volitiva e umile, conscia di svolgere un ruolo importante per la società e per il calcio italiano", ha detto il patron , ai microfoni di Radio Tv Serie A. 
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it