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Mondiali di atletica, Vallortigara bronzo nel salto in alto

Oro all'australiana Patterson, argento all'ucraina Mahuchikh

Redazione Ansa

Accende finalmente il sorriso di Elena Vallortigara la prima medaglia azzurra ai Mondiali di atletica leggera a Eugene. E' il bronzo nel salto in alto, con la misura di 2 metri, una "medaglia che pesa davvero tanto. L'ho desiderata, sognata, ne ho avuto paura, per tanto tempo". Un sacro timore sfatato nella gara vinta dall'australiana Eleanor Patterson (2,02). Argento all'ucraina Yaroslava Mahuchikh, stessa misura, ma battuta per un errore alla quota decisiva.    

Vallortigara ha così riportato il tricolore su un podio mondiale dell'alto 11 anni dopo Antonietta Di Martino, anche lei bronzo, nell'edizione di Daegu 2011.    

Non è invece andata bene ai velocisti. Nei 200 metri Filippo Tortu ha perso la finale per tre millesimi, nonostante il primato personale con il tempo di 20"10, ma beffato dal canadese Aaron Brown, secondo con lo stesso tempo di Tortu (terzo) e promosso. Ha mancato l'accesso in finale dei 200 anche Dalia Kaddari, comunque nuovamente al di sotto dei 23 secondi (22"83).    

Per ora le note liete dell'atletica italiana in Oregon sono dunque tutte merito dell'altista di Schio, 184 centimetri di elegante potenza, laurea in scienze e tecniche psicologiche.   

  "Dopo la delusione di Tokyo (dove si fermò a 1,93, ndr) volevo scrivere un altro finale: ho trent'anni, quasi trentuno, non farò tante altre stagioni, ma ho promesso a me stessa che questo obiettivo della medaglia mondiale l'avrei raggiunto". Un lampo i 2 metri ritrovati dopo quattro anni (da quel 2,02 di Londra del luglio 2018, suo personale), battendo anche un incidente 'tecnico': la rottura di una scarpa. "Quando ho saltato 2,00 al primo tentativo ho pensato che potesse davvero succedere qualcosa di meraviglioso - ha raccontato la portacolori dei Carabinieri - Ho sognato un altro colore per questa medaglia, ma va bene così".   

Negli occhi ha la gioia sobria, cifra del suo stile: "Devo ancora realizzare, mi aspettavo una reazione più emotiva, conoscendomi. Invece per il momento mi sento molto tranquilla, ma sono sicura che stanotte non dormirò". Lo stile di una donna forte, sensibile, che ha conosciuto più delusioni che trionfi.    

"Sì, sicuramente è una medaglia che vale una carriera, e spero non sia l'unica. Penso di aver aperto un altro mondo a me stessa con questa manifestazione, sono veramente felice e orgogliosa di me, del mio allenatore Stefano Giardi, del nostro lavoro, di tutto quello che è stato fatto per arrivare fin qui". La chiave è nella condizione fisica al top: "Per la prima volta arrivavo in una forma ideale - ha sottolineato l'azzurra, mai a medaglia tra le 'grandi' dopo due lontani bronzi mondiali giovanili da U18 e U20 - questo mi metteva quasi a disagio, per il fatto di sapere che stavolta andava tutto bene, a differenza del passato quando ho avuto avvicinamenti molto più difficili. Qui ho sentito di avere un grosso bagaglio di esperienza, fondamentale sia in qualificazione sia oggi. E' stato tutto perfetto".    

Un'onda favorevole che ora va cavalcata fino all'Europeo di Monaco di Baviera (15-21 agosto): "Da domani mi aspetta qualche giorno di riposo, ho bisogno di andare dai miei genitori. Poi continuerò a lavorare perché questo era soltanto un obiettivo della stagione, ma ce ne sono altri, altrettanto importanti".

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