(di Chiara Venuto)
(ANSA) - ROMA, 26 LUG - Ogni atleta che va alle Olimpiadi ha
una storia da film. Anche per questo da sempre i grandi sportivi
sono stati fonte di ispirazione per registi e sceneggiatori. Con
il risultato che oggi le piattaforme sono ricche di documentari,
serie e biopic sullo sport e i suoi protagonisti, ottime
ispirazioni per entrare al meglio nello spirito olimpico e
paralimpico. Con alcuni grandi successi, come il caso della
docuserie Netflix su Simone Biles, oggi terza nella top 10
globale del sito. Senza dimenticare i blockbuster del passato.
Tra i titoli 'olimpici' da non perdere c'è Momenti di gloria
di Hugh Hudson, noleggiabile su YouTube, un classico del 1981
che racconta la spedizione britannica ai Giochi di cent'anni fa,
a Parigi 1924. Una pellicola che raccoglie scene straordinarie e
racconta la fine dell'epoca dello sport dilettantistico.
In questa lista dei 'must-watch' non può mancare di certo
Munich, capolavoro del 2005 di Steven Spielberg, disponibile su
Netflix. È la storia del Massacro di Monaco, ovvero l'omicidio
di undici atleti israeliani da parte di un commando di
terroristi palestinesi durante le Olimpiadi del 1972. Una
vicenda che ancora oggi riecheggia nei timori per l'allerta
terrorismo a Parigi.
Ma non solo: altre grandi pellicole legate ai Giochi sono
Prefontaine (1997), sulla vita del mezzofondista Steve
Prefontaine, interpretato da Jared Leto; Miracle (2004), sulla
squadra di hockey su ghiaccio maschile Usa, vincitrice alle
Olimpiadi invernali del 1980 contro quella sovietica; Foxcatcher
(2014), dedicata all'assassinio del lottatore campione olimpico
Dave Schultz per mano di John Eleuthère du Pont; Race - Il
colore della vittoria (2016), sull'atleta afroamericano Jesse
Owens, che vinse quattro medaglie d'oro a Berlino 1936; e Tonya
(2017), ispirata alla vita della pattinatrice su ghiaccio Tonya
Harding, protagonista di uno dei più grossi scandali sportivi
degli Stati Uniti, interpretata da Margot Robbie.
Tornando ad oggi, diversi prodotti parlano delle stelle che
in questi giorni si sfideranno a Parigi. Primo tra tutti la
docuserie Simone Biles Rising: verso le Olimpiadi che, partendo
dalla sua crisi psicologica a Tokyo 2020, segue il percorso
della ginnasta fino a questi giorni di gare. La prima parte è
uscita lo scorso 17 luglio, mentre la seconda è attesa per
l'autunno.
Sempre su Netflix troviamo la serie Sprint, che scava nella
psiche degli atleti che si allenano per diventare i più veloci
del pianeta: qui, tra gli altri, il nostro Marcell Jacobs.
Mentre Bebe Vio si racconta in ben due documentari. Uno, uscito
nel 2020 su Netflix, è Rising Phoenix: la storia delle
Paralimpiadi, l'altro è I Fantastici - Fly2paris, visibile su
Raiplay dal 24 luglio.
Tra le proposte di Prime Video c'è il documentario su Giannis
Antetokounmpo, oggi portabandiera della Grecia che, prima di
vincere due volte l'Mvp e un titolo Nba, era un giovane
immigrato che viveva con la sua famiglia ai margini della
società.
E, per fare un po' di storia, negli ultimi giorni su Disney+
è uscito il biopic La ragazza del mare. È la storia di Trudy
Ederle, la prima donna ad attraversare a nuoto la Manica, che
prima ancora di realizzare l'impresa aveva messo l'oro al collo
(e altri due bronzi) alle Olimpiadi di Parigi di cent'anni fa,
nel 1924.
Now, invece, questo mese ha pubblicato The Golden Boy: Oscar
de la Hoya, serie Hbo che ripercorre gli anni della giovinezza
del pugile che nel 1992 vinse a Barcellona l'oro nei pesi
leggeri. E a quelle stesse Olimpiadi vinse la squadra di
pallacanestro statunitense, protagonista della docuserie Dream
Team in esclusiva su Sky Documentaries e Now. (ANSA).
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