(dell'inviata Alessandra Rotili)
(ANSA) - PARIGI, 30 LUG - Nel giorno del grande caldo
parigino il beach al sole della Torre Eiffel fa quasi
Copacabana. E anche il tifo è avvolgente come quello che nella
spiaggia più famosa al mondo, ai Giochi del 2016, si trasformava
in torcida: qui con il monumento simbolo della Ville Lumiere ad
abbracciare la spiaggia urbana montata per i Giochi, le azzurre
Valentina Gottardi e Marta Menegatti hanno riscattato il passo
falso dell'esordio battendo 2-0 le egiziane Marwa Abdelhady,
all'esordio a cinque cerchi, e
Doaa Elghobashy, presente già in Brasile.
Ed è subito tornata alla mente una delle cartoline dei Giochi
del 2016: quando Elghobashy, a 19 anni, sapeva che avrebbe
scritto una pagina della storia davanti a una platea mondiale
arrivando nella spiaggia carioca coperta anche con la hijab. Di
fronte allora c'erano le tedesche in bikini e l'istantanea della
rete che divide le avversarie era diventata cult ai Giochi di
allora. "Dopo quella partita ero rimasta molto sorpresa della
curiosità che avevamo scatenato - ha raccontato la giocatrice
egiziana - io sono fiera di indossare l'hijab, se sei musulmano
puoi giocare a tutto".
L'uso del copricapo per le atlete di fede musulmana è stato
una conquista, fa capire Elghobashy. Anche al Villaggio olimpico
qui a Parigi nessun divieto (fino al 2012 al beach volley era
obbligatorio il bikini, una regola contestata da molti con
l'accusa di voler rendere lo sport al femminile sexy). Per la
giocatrice di beach nordafricana poter usare la Hijab è garanzia
di "libertà per tutti" e chiede che i tifosi si concentrino
sulle prestazioni degli atleti piuttosto che sul fatto che
indossino o meno un copricapo. "Portare l'hijab è segno di
libertà, mi piace giocare così sono perfettamente a mio agio,
con il bikini no".
Naturalmente anche in quella che molti hanno definito la sede
più suggestiva di tutte le Olimpiadi, il colpo d'occhio in
effetti è piuttosto mozzafiato per i quasi 12mila che possono
stare sugli spalti. "E' incredibilmente bello qui, non credo ci
sia un posto migliore" ha detto l'australiana Taliqua Clancy,
argento tre anni fa a Tokyo. Un'immagine anche per gli atleti
che "resterà impressa sempre nella nostra mente" il leit motiv a
bordo campo: "Non ha prezzo giocare con la Torre Eiffel sullo
sfondo". Ma anche i primi giorni la pioggia se ha scoraggiato il
pubblico non ha avvilito i campioni della sabbia. La location è
talmente bella che viene quotidianamente dipinta dall'artista
britannico Peter Sens, a cui è stato affidato il compito di
cogliere la bellezza di questo simbolo parigino. "Cercherò di
rendergli giustizia", ;;ha detto Sens, che lavora alla sua tela,
commissionata dalla federazione internazionale di pallavolo, ore
e ore ogni giorno. Anche in versione by night, perché se di
giorno sembra Copacabana la sera torna Ville Lumiere. (ANSA).
Show del beach al sole della Tour Eiffel, egiziane velate
Simbolo di Parigi incanta: Elghobashy, io felice con l'hijab