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Lo sport visto dal Papa, un libro con la prefazione di Ancelotti

Il messaggio di Francesco: "La vittoria può rendere arroganti"

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 29 OTT - "L'universalità del linguaggio dello sport trascende le barriere culturali, linguistiche e geografiche, unisce e non divide, promuove principi fondamentali, come il rispetto delle regole e dell'avversario, l'inclusione, l'integrazione e il fair play, e arriva con immediatezza alle persone". E' un passo della prefazione che Carlo Ancelotti ha scritto al volume 'Más allá de los limites.
    El deporte según el Papa Francisco' (Romana Editorial), curato da Monsignor Dario Edoardo Viganò e dal giornalista Valerio Alessandro Cassetta, presentato a Madrid ed in uscita in Italia a dicembre.
    In 176 pagine raccoglie i discorsi del Santo Padre sullo sport, affrontato in tutte le sue sfaccettature: come mezzo per educare, strumento per esprimere talento e fare comunità, lo sport tra passione e sacrificio, il gioco di squadra, il rispetto delle regole e dell'avversario, come veicolo di corretti stili di vita ed elemento di unione e diritto, accessibile a tutti senza distinzioni, messaggero di pace, soprattutto in occasione dei grandi eventi e competizioni.
    "Nel gennaio del 2021 rimasi colpito da una dichiarazione del Santo Padre in una intervista rilasciata al quotidiano La Gazzetta dello Sport - scrive ancora Ancelotti - 'Vincere e perdere sono due verbi che sembrano opporsi tra loro: a tutti piace vincere e a nessuno piace perdere. La vittoria contiene un brivido che è persino difficile da descrivere, ma anche la sconfitta ha qualcosa di meraviglioso. Per chi è abituato a vincere, la tentazione di sentirsi invincibili è forte: la vittoria, a volte, può rendere arroganti e condurre a pensarsi arrivati. La sconfitta, invece, favorisce la meditazione: ci si chiede il perché della sconfitta, si fa un esame di coscienza, si analizza il lavoro fatto. Ecco perché, da certe sconfitte, nascono delle bellissime vittorie: perché, individuato lo sbaglio, si accende la sete del riscatto. Mi verrebbe da dire che chi vince non sa che cosa si perde'". (ANSA).
   

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