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Basket, Sassari riparte da Bucchi: "Mi aspetto cambio di rotta"

Il nuovo coach della Dinamo: "Ci tenevo a essere qui"

Redazione Ansa

(ANSA) - SASSARI, 18 NOV - "Aspettavo questa chiamata da tanti anni". Coach Piero Bucchi dichiara amore alla Dinamo, sua nuova squadra. Il tecnico bolognese, 63 anni, assistente di Meo Sacchetti in nazionale, è stato presentato alla stampa col presidente del Banco di Sardegna, Stefano Sardara. Bucchi succede a Demis Cavina, esonerato due giorni fa, al culmine di una crisi segnata da quattro sconfitte di fila in campionato per i biancoblu.
    "Ci tenevo ad allenare Sassari, è una piazza importante, un ambiente esigente e competente, merita il conforto dei risultati - dice Bucchi - spero di dare al Banco le giuste soddisfazioni".
    Il coach non ha ancora parlato con la squadra. "Sono ragazzi intelligenti, svegli, di grande esperienza - afferma - sanno che le parole contano poco, conta quel che succede in campo, lì mi aspetto una reazione". Sul piano tecnico "dobbiamo ripartire dalla difesa, da una giusta mentalità, dal gruppo - spiega il nuovo coach - Abbiamo solo tre giorni prima della prossima gara, ma so con chi ho a che fare".
    Intanto la società ha riportato in biancoblu Filip Kruslin.
    "Sono contento della sua presenza - commenta il tecnico - è un buon giocatore, l'anno scorso ha mostrato il suo valore". Per dire sì a Sassari, Bucchi ha rinunciato ai prossimi impegni della Nazionale. "Sono stati molto comprensivi, li ringrazio, hanno capito la mia necessità di rimanere qua - racconta - se in futuro sarà possibile e la società vorrà, io resto a disposizione".
    Il presidente Sardara spende le prime parole per Demis Cavina. "Lo ringrazio per il lavoro fatto e per l'approccio al nostro progetto - dice - nello sport contano i risultati e non ci sono stati, paga uno per tutti". Per il patron della Dinamo "era giusto dare nuovo entusiasmo e abbiamo chiamato un coach di esperienza e carisma". Quanto alla squadra, "sul mercato faremo delle valutazioni col coach - chiude - ma il nostro problema non è tecnico-tattico, ma mentale". (ANSA).
   

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