Il pallone 'made in Italy' rotola sempre più in basso. Il ko della Juventus ieri sera, al penultimo atto dell'Europa League, non ha fatto altro che certificare lo stato di crisi del calcio italiano, ora superato nel ranking Uefa - vero termometro di valutazione - anche dal Portogallo che ci precederà al quarto posto.
L'eliminazione della Juve per mano del Benfica comporterà adesso anche il 'sorpasso' dei lusitani, con la magra consolazione che il downgrade non modificherà il numero di squadre iscritte alle competizioni europee, contrariamente a quando accaduto nel 2011 quando l'Italia, scendendo dal podio Uefa, perse anche un posto in Champions League. Più che guardare davanti, bisognerà ora piuttosto guardarsi alle spalle, anche se la Francia e la Russia sono ancora lontane. Siamo insomma tornati indietro di 30 anni, al 1984, quando il calcio italiano non se la passava benissimo. Da allora però piano pian ricominciò la risalita, tanto da conquistare il primo posto nel ranking continentale che l'Italia tenne saldamente in mano per un buon quindicennio, fino al 1999, fatta salva qualche stagione meno fortunata che ci fece scivolare al 2/o posto. I numeri, che non mentono mai, dicono che dal 2000 ad oggi il calcio italiano ha saputo portare in finale appena 5 formazioni, contro le 18 spagnole, le 13 inglesi, le 8 tedesche e le 7 portoghesi. Se poi si analizza l'ultimo quinquennio i dati sono ancora più striminziti, con la sola Inter di Mourinho a salvare la faccia al calcio italiano. Così come lo Shakhtar Donetsk per quello ucraino.
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