Clamoroso alla Juventus. Antonio Conte si è dimesso da allenatore. Si è trattato - come ha specificato lo stesso Conte - di una rescissione consensuale. In una video intervista rilasciata al canale tv ufficiale della Juventus, il tecnico ha motivato il gesto spiegando: 'C'è stato un percorso in cui ho maturato delle percezioni e delle sensazioni che mi hanno portato a questa decisione'.
"La nazionale? Penso al presente"
"Penso al presente", ha risposto Conte al giornalista che gli chiedeva se il suo futuro potesse essere quello di allenatore della Nazionale
"Ho dimostrato di essere vincente"
Rispetto alla sua esperienza da allenatore alla Juventus Conte ha detto: ''Vincere prima di tutto e' difficile. Comporta tanta fatica, specie in una societa' come la Juventus dove c'e' l'obbligo della vittoria rispetto ad altre societa'. Ma ho dimostrato di essere un vincente''. ''Ora penso al presente e alla decisione presa. Un enorme grazie - ha proseguito - va ai ragazzi per quello che mi hanno dimostrato negli anni da allenatore da calciatore. Abbiamo fatto qualcosa di storico, che niente e nessuno potra' toglierci. Ringrazio la societa' che mi e' stata vicina, Andrea Agnelli e a tutti quelli che hanno reso vincente questa Juventus''. ''Cosa faro' adesso? Ci pensero' domani'', la risposta di Conte.
Agnelli: 'Grazie'
"Grazie Antonio": così il presidente della Juventus ha accolto le dimissioni. Il tecnico: 'ho maturato delle percezioni e delle sensazioni che mi hanno portato a questa decisione'
La comunicazione di ANTONIO CONTE
TRE STAGIONI DA RECORD, IL PUNTO
Spettacolare o cinica, quasi sempre impeccabile nell'organizzazione del gioco e spesso 'feroce' - come pretende il suo allenatore - la Juventus ha centrato l'obiettivo storico del terzo scudetto consecutivo. Non le accadeva da 80 anni. Ed ora anche per le istituzioni calcistiche la Vecchia Signora puo' fregiarsi della terza stella. Per il club bianconero ed i suoi tifosi, invece, sono gia' 32. In Italia un record dietro l'altro, che hanno lenito le amarezze europee: 17 vittorie in casa (finora) in altrettante partite, meglio dei cugini del Torino nell'anno dell'ultimo scudetto; 93 punti, piu' di quelli collezionati dalla Juve di Fabio Capello. Nel mirino i 97 dell'Inter del 2006/2007.
Solo la Roma e' riuscita a impensierire la macchina da guerra preparata da Conte e dal suo staff: con un filotto di 10
successi a inizio stagione e mai doma anche nel finale - almeno fino ad oggi, alla sconfitta di Catania - quando solo un'esile
speranza 'aritmetica' la teneva in corsa. La vera svolta della stagione e' stato proprio il ko giallorosso (3-0) allo 'Juventus Stadium', nella prima partita del 2014. E' stata l'accelerazione decisiva che ha portato i campioni d'Italia a +8 sulla squadra di Garcia, mentre il Napoli perdeva sempre piu' quota e le altre finivano lontane anni luce. Due sole sconfitte in tutto il torneo ed un solo momento
veramente difficile, l'harakiri di Firenze: 4-2 per la Viola, tre gol subiti in una manciata di minuti, la difesa in bambola, il centrocampo pure. "Ci serva da lezione": era stato duro con i suoi Conte, come lo sarebbe poi stato forse solo un'altra volta, dopo il 2-2 di Verona, con la vittoria sfuggita al 93'.
La Juve e' stata brava a rimettersi presto in carreggiata dopo il rovescio di Firenze, oliando la macchina ovunque si erano avvertiti scricchiolii: "Non una crisi, ma un momento di appagamento", aveva sentenziato l'ad Beppe Marotta. I bianconeri erano finiti a -5 dalla Roma lanciatissima, con 10 reti al passivo in 8 giornate, cosa che non le capitava da 20 anni.
Il riscatto e' stato immediato e dal successivo 2-0 sul Genoa e' partita una corsa che ha portato la Juve prima ad agguantare la Roma poi a sopravanzarla. Anche il Napoli nel frattempo si era poi afflosciato a Torino, subendo lo stesso passivo dei giallorossi.
Le mosse dell'ultimo mercato si sono rivelate vincenti, in particolare l'acquisto di Tevez. Non solo una prima punta di grande valore, ma un leader, che si sbatte per 90', correndo per tutto il campo.
A conti fatti, il top player che la Juventus cercava, o qualcosa di molto vicino. Con lui ha brillato Llorente, piu' lento a carburare ma poi ugualmente decisivo. Alle spalle dell'attacco ha brillato di luce propria un centrocampo da urlo in campo italiano, dove Marchisio, che in tante altre squadre sarebbe titolare inamovibile, ha dovuto adeguarsi al ruolo di primo cambio. Troppo bravi Pirlo, con le sue punizioni pennellate e la regia a tutto campo, Vidal (in doppia cifra nei gol), e Pogba, di cui tutti hanno ammirato la forza e la tecnica, l'eleganza e la sostanza. Proprio il francese sara' con ogni probabilita' l'uomo-mercato. Dietro, Buffon ha guidato la difesa a tre, superando senza grandi conseguenze qualche giorno difficile.
Alla fine, pero', la difesa bianconera ha subito appena qualche gol in piu' rispetto al bunker della Roma.